Luigi Del Giudice: «In Regione serve una svolta per Andria e per la nostra provincia»
La nota del candidato di Forza Italia in consiglio regionale
venerdì 21 novembre 2025
15.15
«Passata sotto silenzio e distrazione dei più, visto il periodo estivo, la notizia del 30 agosto scorso diffusa non dalla ASL BAT ma da un noto consigliere regionale di Barletta, che riferiva dell'attivazione di un angiografo neurologico e vascolare all'Ospedale di Barletta» riferisce Luigi Del Giudice.
«Nulla di grave se ciò fosse coerente con la missione del presidio di Barletta e se la situazione organizzativa e di personale lo consentisse. Nessuna guerra di campanile, per carità, ma semplice considerazione sulla strategia generale, che dovrebbe essere di rafforzamento di poli specialistici. Invece di parcellizzare gli interventi infrastrutturali e strumentali, questi vanno concentrati dove c'è la specializzazione e il maggior numero di interventi, perché la maggiore frequenza determina maggiore manualità e competenza a tutto vantaggio dei cittadini pazienti, soprattutto nella gestione delle patologie tempo-dipendenti.
Basterebbe il confronto Andria/Bari per comprendere subito quale sia il polo più attivo e meritevole di maggiore attenzione: Ricoveri 1600/800; interventi 9700/2500; impiantistica, pacemaker ed elettrofisiologia 600/200 (solo pacemaker).
Il reparto di Cardiologia di Andria in sostanza, costituita da un reparto di 20 posti letto, emodinamica e laboratorio di elettrofisiologia con il trattamento delle cardiopatie strutturali, è tra i pochi in Puglia. È assurdo che si duplichi a soli otto chilometri di distanza dal momento che per il Bonomo era previsto un secondo angiografo e considerata la produttività per l'elettrofisiologia e per le emergenze. Il tema è quello della mancanza di personale specializzato che diventa ancor più difficile da reperire se bisogna raddoppiarlo per due postazioni.
Altro problema, emerso in questi giorni, è l'assoluto silenzio circa la realizzazione della Casa di Comunità e dell'Ospedale di Comunità, strutture che avrebbero alleggerito il Pronto Soccorso. I fondi sono del PNRR, devono essere spesi entro il giugno 2026 realizzando le opere. Silenzio assoluto da parte della ASL BAT.
Anche per questo in Regione serve una svolta per Andria e per la nostra provincia!
E ancora, di fronte a un quadro così contraddittorio, avrebbe meritato ben maggiore attenzione ciò che si apprende solo dai social. È stato avviato all'Ospedale "Bonomo" di Andria il programma HIT (High Intensity Theatre) in chirurgia generale. Una notizia inspiegabilmente rimasta in ombra, nonostante rappresenti un modello organizzativo innovativo capace di incidere concretamente sul problema delle liste d'attesa grazie a un utilizzo altamente efficiente delle sale operatorie.
Il programma HIT si fonda sulla forza del lavoro di squadra: chirurghi, anestesisti, infermieri, OSS specializzati, tecnici di sterilizzazione e personale clinico operano in una sinergia impeccabile, riducendo al minimo i tempi morti e valorizzando ogni risorsa disponibile.
I risultati sono la prova più eloquente: in una sola giornata, dalle 7 alle 17, sono state eseguite sette colecistectomie robotiche con il sistema Da Vinci, dimostrando come organizzazione, tecnologia avanzata e formazione multidisciplinare possano tradursi in efficienza, sicurezza e sostenibilità.
Un traguardo che riafferma il ruolo del Bonomo come struttura di riferimento per l'intero territorio.
Complimenti a tutta l'équipe e agli operatori coinvolti: il loro impegno quotidiano testimonia in modo concreto quale direzione dovrebbe intraprendere la sanità pubblica, mettendo davvero al centro professionalità, organizzazione e qualità delle cure».
«Nulla di grave se ciò fosse coerente con la missione del presidio di Barletta e se la situazione organizzativa e di personale lo consentisse. Nessuna guerra di campanile, per carità, ma semplice considerazione sulla strategia generale, che dovrebbe essere di rafforzamento di poli specialistici. Invece di parcellizzare gli interventi infrastrutturali e strumentali, questi vanno concentrati dove c'è la specializzazione e il maggior numero di interventi, perché la maggiore frequenza determina maggiore manualità e competenza a tutto vantaggio dei cittadini pazienti, soprattutto nella gestione delle patologie tempo-dipendenti.
Basterebbe il confronto Andria/Bari per comprendere subito quale sia il polo più attivo e meritevole di maggiore attenzione: Ricoveri 1600/800; interventi 9700/2500; impiantistica, pacemaker ed elettrofisiologia 600/200 (solo pacemaker).
Il reparto di Cardiologia di Andria in sostanza, costituita da un reparto di 20 posti letto, emodinamica e laboratorio di elettrofisiologia con il trattamento delle cardiopatie strutturali, è tra i pochi in Puglia. È assurdo che si duplichi a soli otto chilometri di distanza dal momento che per il Bonomo era previsto un secondo angiografo e considerata la produttività per l'elettrofisiologia e per le emergenze. Il tema è quello della mancanza di personale specializzato che diventa ancor più difficile da reperire se bisogna raddoppiarlo per due postazioni.
Altro problema, emerso in questi giorni, è l'assoluto silenzio circa la realizzazione della Casa di Comunità e dell'Ospedale di Comunità, strutture che avrebbero alleggerito il Pronto Soccorso. I fondi sono del PNRR, devono essere spesi entro il giugno 2026 realizzando le opere. Silenzio assoluto da parte della ASL BAT.
Anche per questo in Regione serve una svolta per Andria e per la nostra provincia!
E ancora, di fronte a un quadro così contraddittorio, avrebbe meritato ben maggiore attenzione ciò che si apprende solo dai social. È stato avviato all'Ospedale "Bonomo" di Andria il programma HIT (High Intensity Theatre) in chirurgia generale. Una notizia inspiegabilmente rimasta in ombra, nonostante rappresenti un modello organizzativo innovativo capace di incidere concretamente sul problema delle liste d'attesa grazie a un utilizzo altamente efficiente delle sale operatorie.
Il programma HIT si fonda sulla forza del lavoro di squadra: chirurghi, anestesisti, infermieri, OSS specializzati, tecnici di sterilizzazione e personale clinico operano in una sinergia impeccabile, riducendo al minimo i tempi morti e valorizzando ogni risorsa disponibile.
I risultati sono la prova più eloquente: in una sola giornata, dalle 7 alle 17, sono state eseguite sette colecistectomie robotiche con il sistema Da Vinci, dimostrando come organizzazione, tecnologia avanzata e formazione multidisciplinare possano tradursi in efficienza, sicurezza e sostenibilità.
Un traguardo che riafferma il ruolo del Bonomo come struttura di riferimento per l'intero territorio.
Complimenti a tutta l'équipe e agli operatori coinvolti: il loro impegno quotidiano testimonia in modo concreto quale direzione dovrebbe intraprendere la sanità pubblica, mettendo davvero al centro professionalità, organizzazione e qualità delle cure».