L’uomo: che se n’è fatto?

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

domenica 25 aprile 2021
«Quale divino capolavoro è l'uomo! Dio l'ha creato: poi lo ricrea indefinitamente facendo della sua persona il campo sperimentale della sua potenza e bellezza e fantasia, il soggiorno delle sue compiacenze, l'arpa vibrante su cui Egli compone una melodia che avvolge cieli e terra» (così Igino Giordani).

Oggi si assiste indifferenti alla scena di uomini lasciati morire in mare…dimenticando che tutto il mondo messo insieme non paga il prezzo dell'anima di un sol uomo. Di fronte all'ultima tragedia avvenuta nel mar Mediterraneo – 130 anime e corpi, capolavori di Dio gettati in mare da altri uomini dalle «coscienze piene di pozzanghere, coscienze senza umanità, senza Dio perché tutto ventre peggio dei mammiferi» – non si può non rifarsi a pensieri alti, pena il restar nella disperazione, restar senza parole come pietre senz'anima. Pur dinnanzi a tanto dolore, che toglie respiro e speranze; di fronte ad una umanità malata, – che per alcuni è una umanità già morta –, più che mai dobbiamo tornare e ritornare ad attingere all'Eterna fontana dell'amore dove, ritrovando Dio, riscopriamo l'uomo e l'amiamo perché non ci sfiori accanto invano. Sì, possiamo contribuire a guarire questa umanità levando gli occhi del cuore a Dio, certi che, di fronte a tanti dolori di singoli e popoli, ciò non significhi non avere i piedi per terra. No: in terra ci si resta nella pienezza delle forze, usufruendo delle Sue energie più forti delle nostre per rimanere noi stessi uomini.

Scrive ancora Giordani: «Noi e Dio. Senza Dio, noi siamo orfani; la nostra vita è mutila; siamo i vivi morti. Siamo nella luce e teniamo gli occhi chiusi e proseguiamo il cammino come capi d'armento proni alla pastura». Coraggio allora! Abbracciamo questo dolore che vuol dire abbracciare il dolore di quei tanti fratelli morti in mare, delle loro famiglie, perché sentano il calore della nostra carezza, i nostri cuori come loro casa. E rivolgiamo un accorato appello affinché tutte le istituzioni responsabili a qualsiasi livello, collaborino tra loro, allorché si presentino simili circostanze, intervenendo con sollecitudine nelle operazioni di soccorso di tante vite umane.