L’ecologista Nicola Montepulciano: «Occorre il rimboschimento per facilitare le precipitazioni»

Il ricercatore andriese spiega l'importanza del verde per favorire la presenza di acqua e contrastare la siccità

mercoledì 26 agosto 2020 18.49
«Il poeta latino Orazio definì la Puglia povera d'acqua. Le mie ricerche, riflessioni, accanto alle ben più importanti notizie degli studiosi di storia smentiscono l'affermazione di Orazio" – scrive il ricercatore ecologista andriese Nicola Montepulciano – "In "La sete in Puglia da Orazio al 1914" del Prof. Vito A. Sirago, Ord. di Storia Romana presso l'Università di Bari (Convegno EAAP 1992), si legge: "Che fiumi e altri corsi d'acqua funzionassero a dovere è dimostrato dall'archeologia e da varie notizie letterarie: Al tempo di Orazio tutto questo esisteva ancora. "Esistevano ancora gli invasi di acqua piovana, qua e là all'interno … Palombaio, invaso d'acqua che dissetava volatili ed altri animali. Molti invasi naturali sono ricordati un po' dappertutto, oggi definitivamente scomparsi, come il Lago della Selvella e il Lagopetto a Grumo. Cioè la situazione idrica della Puglia, malgrado i lamenti di Orazio, era nel mondo romano molto migliore che ai tempi nostri".

A ciò si aggiunge che in Andria vi era: Strabone dice che il Salento era ricco di pascoli e di foreste (questo è una notizia importantissima ai fini della presenza d'acqua in Puglia). "Le acque in Puglia ai tempi di Orazio c'erano ma mal distribuite e male utilizzate" a causa delle continue guerre e conseguenti distruzioni e abbandoni di centri abitati, che non permettevano adeguate organizzazioni sociali. Fu al tempo di Nerone (della Gens Domitia) che si diede attenzione alla situazione idrica e sotto i suoi immediati successori si costruì un famoso acquedotto a Canosa, una grande cisterna a Ruvo, Egnatia e altre località.

A Brindisi fu utilizzata una "famosa sorgente che sboccava al naturale". Infine sappiamo di un altro acquedotto costruito a Taranto nel IV sec. Periodo di corretta gestione dell'acqua. E questo fino al VII sec. quando, purtroppo, calarono Longobardi e Bizantini, sfruttatori di popoli, che pensavano solo a ricavare il massimo dalle terre, devastando il territorio, provocando di nuovo siccità. Ma con l'avvento degli Arabi ci fu un ritorno alla floridezza: "Introdussero la noria, scavarono pozzi, coltivarono ortaggi, piantarono moltissimi alberi da frutta", diedero forte sviluppo nella parte rivierasca della Puglia, attirando le popolazioni dell'interno verso la costa.

Quando, dopo 27 anni, tornarono Bizantini e Beneventani nel vedere questo ben di Dio pensarono bene di non modificare nulla perché altamente redditizio e questo costituì una forza economica anche per Normanni, Svevi e via dicendo. Comunque, fra alterne vicende, compreso l'atroce sfruttamento del popolo da parte degli Aragonesi, si arrivò sino al Settecento. "L'Ottocento sconvolse ogni regola, in cento anni la popolazione si triplicò, raggiunse i due milioni e mezzo e creò una "infinità di problemi", soprattutto quello idrico. La crescita demografica provocò fame di terre, il bisogno di allargare le coltivazioni portò a una spaventosa riduzione dell'area verde (boschi n.d.a.) con connessa umidità: spesso nei boschi c'erano invasi di acqua piovana o addirittura sorgiva". Tutto scomparso, prosciugato. Insomma, l'acqua c'era, ma il diboscamento e l'eliminazione degli invasi naturali ridussero enormemente l'umidità della regione.

Per umidità, in questo caso, si intende l'acqua nelle sue varie forme: invasi di acqua piovana o di sorgive, laghi, laghetti particolari come quelli temporanei di Conversano, tuttora esistenti, protetti dal WWF, fiumi anche di piccolissima portata, sorgenti, polle, acqua trattenuta dalle piante che poi immettono nell'aria mediante l' evapotraspirazione, etc. "Si riattarono vecchie e si costruirono nuove cisterne, pubbliche o private, unico sistema di facile esecuzione". Ma le prolungate siccità per le cause suddette, portavano a secco cisterne e riserve d'acqua. "Sovente avvenivano, verso la fine del secolo, siccità spaventose, che si risolvevano con disperate processioni in onore di una o dell'altra immagine religiosa".

A queste note dell'ambientalista Nicola Montepulciano, giungono adesso delle proposte da parte di un nostro lettore, Pierluigi Deserocca anch'egli desideroso di migliorare l'attuale condizione del nostro rapporto con l'ambiente. Tutte queste misure producono lavoro e reddito quindi economia per decenni: L'agro di Andria è enorme, di lavoro ce n'è tanto da fare. E chi ha idee migliori le proponga! A tutti i candidati politici che si stanno facendo due conti su come arricchirsi nei prossimi 5 anni, a loro chiediamo cosa intendono fare per il territorio per cui si propongono come consiglieri comunali, sindaci e consiglieri regionali».