Il 10 febbraio il Giorno del Ricordo: persecuzioni, foibe, esilio

Il commento del consigliere comunale Benedetto Miscioscia

mercoledì 8 febbraio 2017
«Anche gli eccidi vengono classificati di serie A e di serie B. Dopo la celebratissima "Giornata della Memoria"», afferma il consigliere comunale Benedetto Miscioscia, «dedicata agli eccidi dei campi di sterminio, il 10 febbraio si celebrerà la "Giornata del Ricordo".

Dopo 70 anni da quei tragici accadimenti istriani, quella popolazione continua ad essere considerata figlia di un Dio minore e lo dimostra l'atteggiamento tenuto dalle alte cariche istituzionali che preferiscono celebrarlo all'interno del Parlamento piuttosto che sui luoghi dove sono stati infoibati centinaia di uomini e donne vittime dell'azione ritorsiva dei comunisti titini e non solo. E' paradossale che stante l'assenza giustificata del Presidente della Repubblica, la seconda carica dello Stato, ovvero il Presidente del Senato Grasso, abbia declinato l'invito pervenuto dalla Federazione delle Associazioni del mondo degli esuli istriani, fiumani e dalmati, a presenziare sui luoghi interessati. Ovvero le Foibe di Basovizza. Mi domando se sarebbe successo la stessa cosa se l'invito fosse pervenuto per Auschwitz o Dachau.

Eppur quei tragici accadimenti», prosegue il consigliere, «sono stati per tanti anni "silenziati" per non turbare la suscettibilità del PCI (Partito Comunista Italiano). Un eccidio tenuto nascosto per decine e decine di anni anche dai libri di storia, perché la verità quando può diventare scomoda per i vincitori va tenuta il più possibile nascosta. E le foibe come l'eccidio di Schio, ovvero il massacro compiuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945, rappresentano una delle pagine più inquietanti della storia del nostro Paese, alla pari di quella delle fosse ardeatine. Un eccidio che vide uomini e donne tra le quali una ragazza di appena diciotto anni, trucidati dai partigiani comunisti. Una strage che spinse il generale americano governatore alleato del Veneto a dichiarare che "mai prima di allora il buon nome dell'Italia fosse caduto tanto in basso nella sua stima", augurandosi che il "rimorso per quel turpe delitto li tormentasse in eterno".

La verità di tutta questa storia è che tutte le vicende legate a tutti gli stermini ed eccidi subiti da innocenti perpetrati in tempo di guerra andrebbero condannati tutti indistintamente senza distinzione con un'unica celebrazione che riporti alla "memoria" i "ricordi" di una pagina tragicamente malvagia di crimini contro l'umanità perpetrati su base razziale e politica. Nel giorno del ricordo delle persecuzioni, delle foibe e dell'esilio,» conclude Miscioscia, «non possiamo che riportare un passo del pensiero di Indro Montanelli: "…. il nostro Paese ignorò e, in parte, ignora ancora il dramma degli istriani di cinquant'anni fa perché era un affare scomodo. Che fare ora? Una sola cosa: ricordarci, quando incontriamo uno di quegli esuli, che di tutti gli italiani quelli erano i migliori"».