Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro restaurano il "Crocifisso Miracoloso" custodito a Grumo Appula
I restauratori andriesi hanno effettuato diversi interventi sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza di Bari
lunedì 29 luglio 2019
8.31
Un'opera pregiata restaurata in un laboratorio di Andria. Si tratta del "Crocifisso Miracoloso" custodito nell'ex convento di Grumo Appula, vicino al capoluogo di regione, e noto, secondo la leggenda, per il miracolo della pioggia avvenuto il 24 aprile 1876 nella città dove attualmente è conservato. Lo stato di conservazione del Crocifisso risultava alquanto precario, fortemente indebolito dall'azione del tarlo, così è stato necessario un intervento di restauro, realizzato dallo Studio d'Arte dei restauratori andriesi Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro.
«Realizzata in cartapesta policroma, la scultura si presentava interamente ricoperta di polveri ed uno spesso strato di vernice ossidata che occultava la reale leggibilità dell'opera. Dopo il trasporto della scultura nel laboratorio di Andria – raccontano Iaccarino e Zingaro - si è proceduto ad effettuare gli opportuni saggi di pulitura per individuare il solvente idoneo in accordo con l'Alta Sorveglianza della Soprintendenza di Bari. Successivamente la statua è stata sottoposta al trattamento della disinfestazione preventiva. Una volta riportata alla luce la cromia seicentesca del Cristo, le lacune della superficie pittorica sono state stuccate ed integrate con colori reversibili indicati dalla Soprintendenza. Infine, l'intera scultura è stata protetta da un velo di vernice a base di cera vergine».
Da notizie leggendarie (forniteci dal Comitato "Venerdì Santo A.D. 2018" della parrocchia di S. Maria Assunta, matrice di Grumo Appula), tramandate oralmente e giunte fino ai nostri giorni, si racconta che, come il Crocifisso custodito nella chiesa del Convento sono presenti altre due immagini uguali. L'autore, al termine della lavorazione, ammirando le tre statue udì una voce che gli diceva "Dove stavi in cielo che in terra mi raffigurasti?". Udite le parole morì, e per questo evento, forse, gli antenati attribuivano il "prodigio" al Crocifisso. Secondo un'altra leggenda, un frate trasportava i crocefissi su di un carro e, giunto presso Grumo Appula, decise di passare la notte nel convento dei frati minori osservanti. Il frate scese dal carro i tre crocifissi ed entrato in chiesa sistemò i simulacri, e vi passò la notte. La mattina seguente il frate iniziò a caricare le prime due statue sul carro; rientrato in chiesa per prendere il terzo ed ultimo crocifisso, giunto sull'uscio notò che il cielo, sereno fino a quel momento, si annuvolò e all'improvviso iniziò a piovere. Rientrato in chiesa, le precipitazioni terminarono: nuovamente il frate si avviò verso l'esterno e giunto sul portone, ancora una volta riprese il fenomeno della pioggia. Allora il frate decise di uscire senza il Cristo crocifisso e notò che il cielo era sereno senza il fenomeno piovasco: i frati del Convento, vedendo questo insolito fenomeno, decisero di acquistare e tenere il Cristo nella loro chiesa.
«Realizzata in cartapesta policroma, la scultura si presentava interamente ricoperta di polveri ed uno spesso strato di vernice ossidata che occultava la reale leggibilità dell'opera. Dopo il trasporto della scultura nel laboratorio di Andria – raccontano Iaccarino e Zingaro - si è proceduto ad effettuare gli opportuni saggi di pulitura per individuare il solvente idoneo in accordo con l'Alta Sorveglianza della Soprintendenza di Bari. Successivamente la statua è stata sottoposta al trattamento della disinfestazione preventiva. Una volta riportata alla luce la cromia seicentesca del Cristo, le lacune della superficie pittorica sono state stuccate ed integrate con colori reversibili indicati dalla Soprintendenza. Infine, l'intera scultura è stata protetta da un velo di vernice a base di cera vergine».
Da notizie leggendarie (forniteci dal Comitato "Venerdì Santo A.D. 2018" della parrocchia di S. Maria Assunta, matrice di Grumo Appula), tramandate oralmente e giunte fino ai nostri giorni, si racconta che, come il Crocifisso custodito nella chiesa del Convento sono presenti altre due immagini uguali. L'autore, al termine della lavorazione, ammirando le tre statue udì una voce che gli diceva "Dove stavi in cielo che in terra mi raffigurasti?". Udite le parole morì, e per questo evento, forse, gli antenati attribuivano il "prodigio" al Crocifisso. Secondo un'altra leggenda, un frate trasportava i crocefissi su di un carro e, giunto presso Grumo Appula, decise di passare la notte nel convento dei frati minori osservanti. Il frate scese dal carro i tre crocifissi ed entrato in chiesa sistemò i simulacri, e vi passò la notte. La mattina seguente il frate iniziò a caricare le prime due statue sul carro; rientrato in chiesa per prendere il terzo ed ultimo crocifisso, giunto sull'uscio notò che il cielo, sereno fino a quel momento, si annuvolò e all'improvviso iniziò a piovere. Rientrato in chiesa, le precipitazioni terminarono: nuovamente il frate si avviò verso l'esterno e giunto sul portone, ancora una volta riprese il fenomeno della pioggia. Allora il frate decise di uscire senza il Cristo crocifisso e notò che il cielo era sereno senza il fenomeno piovasco: i frati del Convento, vedendo questo insolito fenomeno, decisero di acquistare e tenere il Cristo nella loro chiesa.