Festival 2017: un bilancio “dietro le quinte”

Del Giudice: “Positiva la dislocazione dei palchi nelle periferie”. Molti spettacoli sold out prima dell'inizio del Festival

lunedì 11 settembre 2017 06.00
A cura di Sara Suriano
Spettacoli teatrali, performance, concerti e installazioni a far brulicare la città di Andria che, per oltre due settimane, è stata cuore pulsante (o, in questo caso, cervello) della XXI edizione del Festival Castel dei Mondi.

La rassegna teatrale dal fitto palinsesto si è conclusa ieri, 10 settembre, con "Ideas are like fishing", "Greg & the frigidaires", "A selfie with a movie star" e "Bus theater". Dopo ogni "fine", seppur con un po' di malinconia, bisogna fermarsi per riflettere e fare un bilancio.

"Il bilancio è stato positivo – afferma l'assessore alla cultura Luigi Del Giudice - sia in termini numerici, sia in riferimento alla nostra maggiore scommessa: anche quest'anno abbiamo voluto coinvolgere la città tutta con le delocalizzazioni dei palchi e riempire l'atmosfera estiva di luci, musica e movimento anche nelle zone periferiche della città. Al perseguimento di questo scopo hanno giovato gli orari post-lavorativi". Novità di questa XXI edizione è stata la dislocazione dei luoghi del Festival anche oltre il territorio urbano, con palchi a Montegrosso, Ruvo di Puglia, Matera e Trani, nonchè l'inaugurazione dell'ex mattatoioo in via Canosa in occasione della proiezione del documentario "La leggenda del Castel del Monte".

Tra gli appuntamenti del Festival che sicuramente non mancheranno di essere ricordati nel tempo ed entreranno a far parte della storia degli spettacoli più emozionanti del Festival ci sono "Boo" di Cirk Vost, con l'enorme struttura di bamboo eretta in Piazza Catuma, e "Deadtown" dei fratelli Forman, tornati ad Andria scatenando una corsa ai biglietti e lasciando tutti nuovamente a bocca aperta. Spazio anche agli artisti andriesi con Michele Sinisi per "Caligola" e "Riccardo III", Nicola Di Chio con "Human animal", Antonio Memeo e Claudio Suriano con "Bus theater".

21 compagnie, 3 internazionali, 3 prime nazionali assolute; 5 prime regionali; 84 repliche complessive, 4 concerti; 1 mostra; 2 installazioni; 2 laboratori, 3 conferenze. Questi alcuni numeri del Castel dei Mondi 2017 – Il pensiero della città; ma come nasce il Festival? "Dopo la nomina del Castel del Monte a patrimonio dell'Unesco, l'amministrazione del 1997, con sindaco Vincenzo Caldarone e assessore Nunzio Liso, sentì l'esigenza di celebrare il maniero federiciano con la costituzione di un festival di arti performative che ne portasse il nome e fungesse da elemento identitario. – afferma direttore artistico Riccardo Carbutti - Con i primi direttori artistici, Errico Centofanti e Andrea Vitali, si lavorò per cicli triennali, giocando sulla triplice essenza del Castello, un luogo in cui le tre grandi culture monoteiste si erano intrecciate. Nel 2002, con il cambio politico, anche la direzione del Festival virò verso nuove rotte nel secondo triennio, dando priorità ad una rassegna popolare con nomi importanti, soprattutto in campo musicale (Fiorella Mannoia, Lucio Dalla, Franco Battiato, etc…); ma fu il terzo triennio, dal 2003 al 2005, il punto di svolta del Festival che conferì quell'identità che noi oggi conosciamo, creando quasi un brand. Con Pamela Villoresi come direttrice artistica e Mimma Gallina alla direzione organizzativa, si eliminarono i grandi nomi che fungevano da attrattiva per ricercare l'insolito e sostenere produzioni nate ad hoc".

Dunque il Festival, cresciuto negli anni, ha preso per mano uno spettatore "primitivo", lo ha educato ad un teatro insolito e ad una riflessione critica, nonché condotto ad una maggiore partecipazione. Infatti, ogni anno sempre più veloce, parte la corsa all'acquisto dei biglietti al botteghino che quest'anno in particolar modo ha visto sold out quasi tutti gli spettacoli già una settimana prima dell'inizio del Festival; "R.osa" e "Biancaneve - La vera storia" tra i più richiesti. Un riscontro sicuramente positivo che induce, però, alla riflessione sulla necessità di spazi più ampi.

Quali saranno, invece, le sorprese che ci attendono per l'edizione del 2018?