Cooperativa Sant'Agostino, atti intimidatori e furti nei terreni confiscati

L'appello di Don Vito Gaudioso: «Silenzio assordante delle istituzioni»

martedì 30 giugno 2015 13.54
A cura di Stefano Massaro
«Un sogno che prosegue da due anni». E' così che definisce Don Vito Gaudioso, Parroco di Sant'Agostino ad Andria, il lavoro svolto con passione ed abnegazione dalla Cooperativa, che porta il nome dell'omonima parrocchia, nell'uliveto e nell'orto su di un terreno di quasi 4 ettari confiscato alla mafia. Da qualche mese la stessa cooperativa ha avuto in concessione temporanea anche una masseria e nuovi terreni confiscati. Ma lo sforzo che una piccola cooperativa, definita dell'onestà e della legalità, si scontra con il grande male che caratterizza la criminalità organizzata, nonostante tutto, ben radicata sul territorio. Ed allora ecco gli atti intimidatori, ecco i "dispetti", ecco i momenti che rendono complicatissimo un lavoro già di per se difficile. Ma lo stesso Don Vito Gaudioso non ci sta e lancia un appello accorato alle istituzioni: «Stiamo sperimentando il peso della solitudine e del silenzio delle istituzioni che non ci aiutano e non ci affiancano nel redimere questo male dilagante - ha detto Don Vito - Siamo veramente stanchi di assistere inermi a questo dilagare di ogni forma di male, di illegalità che toglie il respiro a chi vuole realizzare in pienezza la sua vita facendo crescere insieme la comunità tutta. Tutto questo mette a dura prova chi, sognando un mondo diverso, onestamente e con il lavoro delle proprie braccia vuole contribuire al bene e alla crescita del territorio».

Un grande sforzo, che partito due anni fa con l'ausilio della Caritas diocesana e grazie al progetto Green Life sui nuovi stili di vita, permette la gestione della Cooperativa. Ma questo non deve piacere a diversi personaggi e, da qui, l'inizio del calvario: «È ormai continuo il succedersi di atti intimidatori e furti ai danni dei beni da noi gestiti - ha detto Don Vito Gaudioso - Nei mesi invernali in più occasioni si sono ripetuti furti di conserve dalla villa "La Guardiola"; inoltre la villa è stata presa d'assalto da ignoti che hanno trafugato rame e manufatti in pietra mettendo in ginocchio l'attività di trasformazione dei prodotti da noi coltivati. Una settimana fa ci siamo trovati di fronte ad un ennesimo furto. Questa volta è stato sottratto tutto l'arredo della cucina industriale. Anche nella masseria ci sono state continue incursioni notturne da parte di sconosciuti con furti. Nelle nostre campagne il fenomeno di furti purtroppo non è un fatto isolato. Ciò che ci rammarica ulteriormente, però, è il silenzio che avvolge tutti questi brutti fenomeni di criminalità».

Il lavoro prosegue nonostante tutto, ma lo scoramento è tanto: «Lo sforzo che stiamo compiendo è grande - ha ribadito Don Vito Gaudioso - ci sono alcune soddisfazioni e riconoscimenti ma è altrettanto vero che tanta tristezza, malcontento e indignazione affollano le nostre giornate. Il lavoro che insieme stiamo realizzando è positivo anche se allarma e infastidisce chi vuole continuare a imporre le logiche della violenza e del profitto illecito. Un segno positivo che dobbiamo alimentare giorno per giorno con il contributo di tutti: cittadini, associazioni, istituzioni e chiesa. La lotta alle mafie e alle organizzazioni criminali, al fare illecito e disonesto si snoda lungo un percorso tortuoso, spesso in salita, che richiede continuità, coerenza e strategie volte non solo a reprimere i fatti criminali ma a sradicare, attraverso proposte sociali e culturali concrete, la mentalità mafiosa che è alla base di questi fenomeni. I tentativi di intimidazione non hanno fermato il nostro lavoro né fermeranno la nostra scelta, l'impegno, la nostra determinazione. Chiediamo però anche l'aiuto della collettività, delle comunità ecclesiali e di quanti animati da buona volontà, con un sussulto di orgoglio per il bene comune e per la legalità vogliono costruire con noi un domani migliore. Crediamo che il bene - ha concluso Don Vito Gaudioso - sia più forte del male, che l'onestà ripaghi in dignità, che la corruzione sia un male che intossica la vita sociale e schiavizza la nostra libertà».