Celebrato ad Andria il 73° Anniversario della Liberazione
"Riconquista di libertà e democrazia"
giovedì 26 aprile 2018
06.00
Il 25 aprile 2018 si ricorda il 73° anniversario della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Una ricorrenza civile che è stata festeggiata con tutti gli onori anche ad Andria.
La celebrazione per ricordare questa data, venne istituita su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, con una legge ordinaria nel maggio 1949. Fu stabilito che il 25 aprile (già festeggiato a partire dal 1946), quale anniversario della Liberazione, rientrasse tra i giorni considerati di festa nazionale. L'istituzione di questa ricorrenza fu di non mandare dispersa la memoria di quegli eventi, a seguito della dipartita di chi aveva combattuto in prima linea contro il nazifascismo e per ricordare quella data che sancisce simbolicamente la vittoria della Resistenza partigiana e la conseguente nascita della Repubblica.
Come osservato infatti dalla storico Giovanni De Luna "ricordare il 25 aprile 1945 vuol dire anzitutto dare la possibilità a chi non c'era di conoscere la Resistenza, nella nuda e scarna verità in essa racchiusa: quel giorno l'Italia ha riconquistato la libertà; lo ha fatto grazie all'impegno attivo di una esigua minoranza".
La festa di questa giornata, è sicuramente la pagina del nostro paese che meglio rappresenta la certezza di democrazia. La festa della democrazia è possibile solo quando c'è libertà.
E ad Andria ieri, presso il monumento di piazza IV Novembre, il Sindaco di Andria Nicola Giorgino ha deposto la tradizionale corona d'alloro in memoria dei Caduti in guerra.
La Santa Messa è stata officiata da don Gianni Massaro, Vicario Vescovile, che nell'omelia ha saluto anche da parte del Vescovo di Andria il Primo cittadino e le autorità civili e militari presenti, rivolgendo un saluto affettuoso e grato alle Associazioni combattentistiche e d'armi convenute.
Don Gianni ha voluto sottolineare che: "La liberazione dal punto di vista civile è la memoria della fine di una presenza di un avversario straniero sul suolo italiano e la memoria della liberazione dalla dittatura, dalla sopraffazione. La memoria quella civile, politica, storica avvenuta oltre settant'anni appartiene alla memoria di una salvezza, di una liberazione, dalla presenza dei tedeschi e dall'ultima resistenza della dittatura fascista.
Allora si capisce come la liberazione, quella che oggi noi celebriamo, il 25 aprile è il segno di una liberazione che non può semplicemente essere un ricordo, una memoria, che non può semplicemente essere una festa, ma un impegno, un impegno da vivere nel quotidiano e questo da parte di tutti, di tutti noi, di chi ha delle responsabilità e di chi è cittadino. Stiamo attenti, dunque, a non ridurre la ricorrenza odierna ad una pura formalità: la libertà è la vocazione originaria di ogni essere umano, ogni uomo è chiamato ad essere libero, ogni uomo è chiamato a compiere un cammino di liberazione nella propria vita, è la libertà che costituisce la differenza dell'umano. Sapete cosa ci sta all'opposto della libertà? All'opposto della libertà vi è l'egoismo, vi è la superbia, vi è la sopraffazione.
Noi oggi onoriamo coloro che con grandi sacrifici hanno saputo interiormente compiere un cammino di liberazione, hanno saputo interiormente resistere all'egoismo, in vista di un futuro migliore, di un futuro più degno, per costruire il bene comune. Per costruire la civiltà dell'amore è necessario compiere un cammino di liberazione, un cammino di sobrietà da parte di tutti, diversamente noi renderemmo vano il sacrificio di tanti uomini del passato di cui oggi facciamo memoria e il nostro essere qui sarebbe solo un ricordo , una festa, una festa inutile nonché da parte nostra una pura ipocrisia",
Dopo la celebrazione Eucaristica, il Sindaco Giorgino ha salutato il vicario generale della diocesi di Andria don Gianni Massaro e tramite la sua persona Mons. Luigi Mansi Vescovo di Andria, inoltre, ha voluto rivolgere un ringraziamento particolare a don Gianni per le parole pronunciate durante l'omelia che richiamano tutti a un grande senso di responsabilità. Ha salutato quindi le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d'armi presenti ed ha rivolto un un saluto a tutti i cittadini.
Il Primo cittadino ha affermato che: "Questa ricorrenza non deve trasformarsi in una retorica riproposizione di un evento della nostra storia, ma oggi più che mai, anche attraverso le parole pronunciate da vescovi, da politici, da statisti deve essere interpretata con un nuova più aggiornata lettura, in particolare dei valori che si svilupparono in quegli anni e di come si possa noi nel 2018 farne tesoro. L'esempio fulgido della passione e dell'amore di tutta la popolazione italiana del dopoguerra in una ricostruzione sociale ed economica, che interessò tutto il paese senza distinzioni geografiche, dev'essere faro, ancora oggi nella così controversa attualità dei nostri giorni.
Credere nei valori della libertà oggi significa credere che è necessario riaffermare i valori per la centralità delle persone, dei legami sociali, della laboriosità dell'impegno sociale, compiendo ognuno il proprio dovere, senza dare credito a coloro che alimentano quotidianamente solo sfiducia scetticismo e scoraggiamento. La nostra comunità si è affermata su solide radici e su questa terra i nostri nonni, i nostri padri hanno lottato e lavorato duramente per garantirci un futuro migliore: per questo dovremmo essere disposti a tutto pur di difenderla, non cercando di trovare solo un effimero vantaggio di parte, ma avviando una seria convergenza impegnandoci tutti per conseguire il bene comune.
Occorre ripartire, allora, dai principi della sovranità del popolo, delle libertà costituzionali, delle libertà dei popoli insite del resto nei punti cardini della liberazione del 1945, in ambito nazionale come in quello europeo, per non deludere più e, soprattutto non far venir mai meno la speranza a quei ragazzi che sono qui presenti, affinché l'Italia possa avere l'ambizione di costruire un futuro migliore e quindi, accanto alla libertà credo così come diceva don Tonino Bello "recuperiamo l'etica della responsabilità" perché da oggi in poi potremo festeggiare tanti 25 aprile, perseguendo il bene comune e soprattutto un futuro migliore ".
La celebrazione per ricordare questa data, venne istituita su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, con una legge ordinaria nel maggio 1949. Fu stabilito che il 25 aprile (già festeggiato a partire dal 1946), quale anniversario della Liberazione, rientrasse tra i giorni considerati di festa nazionale. L'istituzione di questa ricorrenza fu di non mandare dispersa la memoria di quegli eventi, a seguito della dipartita di chi aveva combattuto in prima linea contro il nazifascismo e per ricordare quella data che sancisce simbolicamente la vittoria della Resistenza partigiana e la conseguente nascita della Repubblica.
Come osservato infatti dalla storico Giovanni De Luna "ricordare il 25 aprile 1945 vuol dire anzitutto dare la possibilità a chi non c'era di conoscere la Resistenza, nella nuda e scarna verità in essa racchiusa: quel giorno l'Italia ha riconquistato la libertà; lo ha fatto grazie all'impegno attivo di una esigua minoranza".
La festa di questa giornata, è sicuramente la pagina del nostro paese che meglio rappresenta la certezza di democrazia. La festa della democrazia è possibile solo quando c'è libertà.
E ad Andria ieri, presso il monumento di piazza IV Novembre, il Sindaco di Andria Nicola Giorgino ha deposto la tradizionale corona d'alloro in memoria dei Caduti in guerra.
La Santa Messa è stata officiata da don Gianni Massaro, Vicario Vescovile, che nell'omelia ha saluto anche da parte del Vescovo di Andria il Primo cittadino e le autorità civili e militari presenti, rivolgendo un saluto affettuoso e grato alle Associazioni combattentistiche e d'armi convenute.
Don Gianni ha voluto sottolineare che: "La liberazione dal punto di vista civile è la memoria della fine di una presenza di un avversario straniero sul suolo italiano e la memoria della liberazione dalla dittatura, dalla sopraffazione. La memoria quella civile, politica, storica avvenuta oltre settant'anni appartiene alla memoria di una salvezza, di una liberazione, dalla presenza dei tedeschi e dall'ultima resistenza della dittatura fascista.
Allora si capisce come la liberazione, quella che oggi noi celebriamo, il 25 aprile è il segno di una liberazione che non può semplicemente essere un ricordo, una memoria, che non può semplicemente essere una festa, ma un impegno, un impegno da vivere nel quotidiano e questo da parte di tutti, di tutti noi, di chi ha delle responsabilità e di chi è cittadino. Stiamo attenti, dunque, a non ridurre la ricorrenza odierna ad una pura formalità: la libertà è la vocazione originaria di ogni essere umano, ogni uomo è chiamato ad essere libero, ogni uomo è chiamato a compiere un cammino di liberazione nella propria vita, è la libertà che costituisce la differenza dell'umano. Sapete cosa ci sta all'opposto della libertà? All'opposto della libertà vi è l'egoismo, vi è la superbia, vi è la sopraffazione.
Noi oggi onoriamo coloro che con grandi sacrifici hanno saputo interiormente compiere un cammino di liberazione, hanno saputo interiormente resistere all'egoismo, in vista di un futuro migliore, di un futuro più degno, per costruire il bene comune. Per costruire la civiltà dell'amore è necessario compiere un cammino di liberazione, un cammino di sobrietà da parte di tutti, diversamente noi renderemmo vano il sacrificio di tanti uomini del passato di cui oggi facciamo memoria e il nostro essere qui sarebbe solo un ricordo , una festa, una festa inutile nonché da parte nostra una pura ipocrisia",
Dopo la celebrazione Eucaristica, il Sindaco Giorgino ha salutato il vicario generale della diocesi di Andria don Gianni Massaro e tramite la sua persona Mons. Luigi Mansi Vescovo di Andria, inoltre, ha voluto rivolgere un ringraziamento particolare a don Gianni per le parole pronunciate durante l'omelia che richiamano tutti a un grande senso di responsabilità. Ha salutato quindi le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d'armi presenti ed ha rivolto un un saluto a tutti i cittadini.
Il Primo cittadino ha affermato che: "Questa ricorrenza non deve trasformarsi in una retorica riproposizione di un evento della nostra storia, ma oggi più che mai, anche attraverso le parole pronunciate da vescovi, da politici, da statisti deve essere interpretata con un nuova più aggiornata lettura, in particolare dei valori che si svilupparono in quegli anni e di come si possa noi nel 2018 farne tesoro. L'esempio fulgido della passione e dell'amore di tutta la popolazione italiana del dopoguerra in una ricostruzione sociale ed economica, che interessò tutto il paese senza distinzioni geografiche, dev'essere faro, ancora oggi nella così controversa attualità dei nostri giorni.
Credere nei valori della libertà oggi significa credere che è necessario riaffermare i valori per la centralità delle persone, dei legami sociali, della laboriosità dell'impegno sociale, compiendo ognuno il proprio dovere, senza dare credito a coloro che alimentano quotidianamente solo sfiducia scetticismo e scoraggiamento. La nostra comunità si è affermata su solide radici e su questa terra i nostri nonni, i nostri padri hanno lottato e lavorato duramente per garantirci un futuro migliore: per questo dovremmo essere disposti a tutto pur di difenderla, non cercando di trovare solo un effimero vantaggio di parte, ma avviando una seria convergenza impegnandoci tutti per conseguire il bene comune.
Occorre ripartire, allora, dai principi della sovranità del popolo, delle libertà costituzionali, delle libertà dei popoli insite del resto nei punti cardini della liberazione del 1945, in ambito nazionale come in quello europeo, per non deludere più e, soprattutto non far venir mai meno la speranza a quei ragazzi che sono qui presenti, affinché l'Italia possa avere l'ambizione di costruire un futuro migliore e quindi, accanto alla libertà credo così come diceva don Tonino Bello "recuperiamo l'etica della responsabilità" perché da oggi in poi potremo festeggiare tanti 25 aprile, perseguendo il bene comune e soprattutto un futuro migliore ".