Buoni spesa per Emergenza Alimentare: i chiarimenti della Gestione commissariale
"Gli esercenti conoscono da tempo le disposizioni da seguire per ottenere il rimborso dei buoni spesa", precisa il dottor Tufariello
martedì 28 aprile 2020
19.20
In riferimento alla questione da noi trattata ieri, lunedì 27 aprile, circa la gestione dei buoni spesa per quanto riguarda le attività commerciali, la Gestione Straordinaria del Comune di Andria, invia una nota di rettifica -a firma del Commissario prefettizio dottor Gaetano Tufariello- segnalando che, «a differenza di quanto riportato, ovvero "Dagli scontrini alla fattura, un cambiamento in corsa che genera soltanto confusione", la gestione dei buoni spesa dal punto di vista degli esercizi commerciali che hanno aderito all'iniziativa è stata estremamente chiara.
Come emerge dalla "Informativa per gli esercenti – Trattamento fiscale dei buoni spesa" che si allega, gli esercenti conoscono da tempo le disposizioni da seguire per ottenere il rimborso dei buoni spesa, ovvero:
- richiesta di rimborso a cadenza quindicinale;
- buoni spesa controfirmati dal beneficiario da allegare -originale e/o copia dello scontrino fiscale;
- contestuale emissione di fattura elettronica fuori campo IVA da inoltrare attraverso la piattaforma Sdi, o in alternativa Nota di debito cartacea, pure da allegare.
Nella Informativa è pure scritto chiaro che "l'emissione degli scontrini e della fattura elettronica o nota di debito cartacea non comporta una doppia imposizione fiscale". Tutti questi elementi potevano essere facilmente verificati presso il competente Settore Servizi Sociali osservando il più elementare dei doveri deontologici che la professione giornalistica impone con una preventiva verifica presso gli uffici competenti.
Dunque a differenza di quanto sostenuto nell'articolo fondato su una "non notizia" (secondo quanto sostiene la rettifica del Comune n.d.r.) , la gestione dei buoni spesa per l'emergenza alimentare nella città di Andria, non registra alcuna falla nonostante l'estrema rapidità con la quale gli uffici, nel supremo interesse delle famiglie bisognose, hanno avviato l'iter e poi esaminato le istanze e consentito la loro distribuzione a domicilio, solo a qualche giorno dopo dalla decisione del Governo di stanziare 400 milioni di euro per tutta l'Italia. Risultando così tra i primissimi comuni della Bat ad averlo fatto. "Sotto il profilo contabile le direttive si sono articolate – spiega il Dirigente del settore Servizi Sociali, dottoressa Ottavia Matera - anche tenendo conto delle risposte ufficiali date dalla Ragioneria Generale dello Stato alle richieste di chiarimento avanzate dai comuni italiani. Si tratta di risposte che hanno chiarito tutta la materia e dunque che gli scontrini fiscali devono poi essere seguiti da fattura emessa fuori campo Iva o da nota di debito cartacea fuori campo Iva".
Di contro l'organo di stampa (riferendosi sempre al nostro sito online n.d.r.), solleva dubbi sull'equivoco orientamento degli uffici, rischiando di creare allarmismo presso gli esercenti che si sono convenzionati con l'Ente per la spendita dei "voucher" in questione. Il portale Andriaviva – che da pure informazioni non vere sul numero degli esercenti convenzionati che sono 130 e non "oltre 100" - preferisce infatti adombrare altro. Preferisce fare sua, senza verificare, la segnalazione di un anonimo esercente e trarre la conclusione che vi "è mancanza di univocità di linee guida". E parla di "non pochi problemi agli esercenti molti dei quali si sono recati presso il Settore Finanziario di Palazzo di Città". Altra circostanza non vera: dal 27 marzo 2020 ogni attività di ricevimento del pubblico è stata sospesa con decisione formale del Dirigente del settore Finanziario, poi reiterata il 14 aprile fino al 3 maggio, e alla portineria del Palazzo di Città non risultato annotate, per iscritto, richieste di accessi di cittadini al settore Finanziario».
Come emerge dalla "Informativa per gli esercenti – Trattamento fiscale dei buoni spesa" che si allega, gli esercenti conoscono da tempo le disposizioni da seguire per ottenere il rimborso dei buoni spesa, ovvero:
- richiesta di rimborso a cadenza quindicinale;
- buoni spesa controfirmati dal beneficiario da allegare -originale e/o copia dello scontrino fiscale;
- contestuale emissione di fattura elettronica fuori campo IVA da inoltrare attraverso la piattaforma Sdi, o in alternativa Nota di debito cartacea, pure da allegare.
Nella Informativa è pure scritto chiaro che "l'emissione degli scontrini e della fattura elettronica o nota di debito cartacea non comporta una doppia imposizione fiscale". Tutti questi elementi potevano essere facilmente verificati presso il competente Settore Servizi Sociali osservando il più elementare dei doveri deontologici che la professione giornalistica impone con una preventiva verifica presso gli uffici competenti.
Dunque a differenza di quanto sostenuto nell'articolo fondato su una "non notizia" (secondo quanto sostiene la rettifica del Comune n.d.r.) , la gestione dei buoni spesa per l'emergenza alimentare nella città di Andria, non registra alcuna falla nonostante l'estrema rapidità con la quale gli uffici, nel supremo interesse delle famiglie bisognose, hanno avviato l'iter e poi esaminato le istanze e consentito la loro distribuzione a domicilio, solo a qualche giorno dopo dalla decisione del Governo di stanziare 400 milioni di euro per tutta l'Italia. Risultando così tra i primissimi comuni della Bat ad averlo fatto. "Sotto il profilo contabile le direttive si sono articolate – spiega il Dirigente del settore Servizi Sociali, dottoressa Ottavia Matera - anche tenendo conto delle risposte ufficiali date dalla Ragioneria Generale dello Stato alle richieste di chiarimento avanzate dai comuni italiani. Si tratta di risposte che hanno chiarito tutta la materia e dunque che gli scontrini fiscali devono poi essere seguiti da fattura emessa fuori campo Iva o da nota di debito cartacea fuori campo Iva".
Di contro l'organo di stampa (riferendosi sempre al nostro sito online n.d.r.), solleva dubbi sull'equivoco orientamento degli uffici, rischiando di creare allarmismo presso gli esercenti che si sono convenzionati con l'Ente per la spendita dei "voucher" in questione. Il portale Andriaviva – che da pure informazioni non vere sul numero degli esercenti convenzionati che sono 130 e non "oltre 100" - preferisce infatti adombrare altro. Preferisce fare sua, senza verificare, la segnalazione di un anonimo esercente e trarre la conclusione che vi "è mancanza di univocità di linee guida". E parla di "non pochi problemi agli esercenti molti dei quali si sono recati presso il Settore Finanziario di Palazzo di Città". Altra circostanza non vera: dal 27 marzo 2020 ogni attività di ricevimento del pubblico è stata sospesa con decisione formale del Dirigente del settore Finanziario, poi reiterata il 14 aprile fino al 3 maggio, e alla portineria del Palazzo di Città non risultato annotate, per iscritto, richieste di accessi di cittadini al settore Finanziario».