A ciascuno il suo, con responsabilità

Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

martedì 30 aprile 2019 10.17
Ormai, sulla caduta dell'Amministrazione della nostra Città tutte le analisi e contro-analisi (in conferenze e contro-conferenze) sono state fatte ma, ahimè, il tutto condito con insulti, aggettivi vari, accuse di tradimenti, furberie nascoste e, financo, di mercimonio di uomini e donne! Che dire? ancora una volta la politica ha volato basso.

Ancora una volta i politici hanno fatto e continuano a fare tutto il possibile (e anche l'impossibile) perché la politica sia percepita solo per i suoi aspetti negativi: clientelismo, corruzione, interessi personali, cupidigia del potere e lotte per strapparlo a chi ce l'ha, favoritismi, sperpero di denaro pubblico… Al contrario, nonostante scandali e delusioni, la politica resta una grande possibilità di prendersi cura della propria terra e della propria gente; una gente che è stanca di vedere queste farse recitate ogni giorno da codesta politica, stufa di promesse con le quali le si prospetta una vita più serena ma, in realtà, le si elargisce angustie anticipate.

Grati per tutto quello che di buono e di bello l'Amministrazione Giorgino ha fatto, addolora che tutta una maggioranza (da tempo già palesemente e gravemente divisa al suo interno, e fatta cadere dai suoi stessi componenti) si attardi ancora su chi è e perché ha la responsabilità della caduta dell'Amministrazione, trovando ogni "giustificazione" possibile invece che, con coraggio e umiltà, chiedere scusa alla Città e perseguire gesti concreti di "riparazione" al danno arrecato ai cittadini per l'enorme debito (si parla di diversi milioni di euro) lasciato ad una città già sfigurata da gravi e vari dissesti. Dignità richiederebbe che chi ha governato contribuisca a riparare i danni che ha procurato, in buona o cattiva fede, soprattutto in materia economica. Voce di popolo – che non va tacciata di ingenuità – vorrebbe poter registrare taluni atti di onesta e coraggiosa "riparazione", che proviamo ad elencare.

In primo luogo, che quanti (di qualunque partito) sono stati impegnati da decenni nelle Pubbliche Amministrazioni, passino la mano: lasciando il posto ad altri, dedicandosi a formare nuove leve, giovani capaci poi di testimoniare che "virtù religiose e virtù civili" si possono saldare in sommo grado a servizio della propria gente. Nuove leve capaci di testimoniare che non è vero che «il potere fa impazzire» (parole di Camus) oppure che «la politica satanizza» (parole di Igino Giordani), ma che, piuttosto, la politica è «il più elevato atto di carità sociale» (parole di San Paolo VI), e che «ci si possa addirittura fare santi, non già "nonostante" la politica, ma proprio "attraverso" la politica».

In secondo luogo, che da parte di ogni membro della maggioranza, venissero restituiti i compensi percepiti durante gli ultimi 2-3 anni e l'impegno a non ricandidarsi nei prossimi 5 anni.

In terzo luogo, alle opposizioni viene chiesto altrettanto coraggio nell'essere rispettosi del travaglio di una maggioranza uscente e che, se la si deve criticare, lo si faccia con correttezza e con equilibrio, senza atteggiarsi a "salvatori della patria", perché se dovessero subentrare al governo della Città potrebbero trovarsi a cadere nella stessa situazione. Insomma: ad un anno dalle prossime votazioni amministrative tutti, proprio tutti, non si metta in piedi, fin da ora, una campagna denigratoria e violenta che finirebbe per rendere ancor più profonde le ferite della nostra Amata Città.

In quarto luogo, anche da noi cittadini la Città attende gesti di responsabilità. Occorre ripartire da noi e da chi ci sta intorno. Compiendo i nostri doveri civici partendo dalle piccole cose; recuperando un alto concetto del voto, consapevoli che non si esaurisce in questo atto la propria partecipazione alla vita politica, ma è necessario continuare a praticarla anche dopo il voto – in tutte le forme, oggi molto più numerose e possibili di un tempo – che vengono offerte per incidere nelle scelte legislative e amministrative dando ciascuno e insieme il proprio apporto.

Infine, rivolgiamo un augurio sentito di buon lavoro al Signor Commissario Prefettizio perché possa sanare qualche ferita della nostra città, riappacificarla, così che, ciascun cittadino e tutti collettivamente, rinfrancati da un clima più sereno, si riscopra la fiducia che la politica tornerà ad avere un senso e sia ciò che deve fare e soprattutto essere. Nonostante tutto, non dobbiamo permettere che ci venga rubata la speranza, il progetto di un futuro migliore, di un tempo di rinascita, e per questo è necessario unire tutte le forze per costruire una città-comunità.