"Una comunità al passo dei giovani": testimonianze di carità e impegno sociale
Si è svolto il 9° Convegno Diocesano per animatori e operatori Caritas ed i volontari delle organizzazioni caritative presenti in diocesi
sabato 5 maggio 2018
10.24
La carità e l'impegno sociale come stile di vita; giovani e adulti, due mondi che vogliono camminare con lo stesso passo. Su queste e diverse altre tematiche si è svolto due giorni fa il 9° Convegno Diocesano per animatori e operatori Caritas e volontari delle organizzazioni caritative presenti in diocesi, incontro che ha avuto luogo presso l'Opera diocesana "Giovanni Paolo II" in via Bottego 36 ad Andria.
«Fa bene dirci il bene che facciamo, - ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana don Mimmo Francavilla, che ha guidato le varie fasi del Convegno - ma dobbiamo anche imparare ad uscire da una visione ingessata della carità. "Una comunità al passo dei giovani": la Caritas è questa comunità, che non agisce per delega e non è il luogo del fare, in quanto dobbiamo innanzitutto essere. Questa comunità deve camminare in un'unica direzione con i giovani tenendo il loro passo, che può essere lento ma talora anche accelerato. E come ha evidenziato Papa Francesco, "I giovani desiderano essere parte attiva dei processi di cambiamento».
Tre parole chiave, come ha evidenziato don Mimmo, come fondamentale cornice di questo appuntamento diocesano: ritrovarsi, narrarsi, rinnovarsi, sulla scorta delle quali sono state presentate da alcuni giovani significative testimonianze di carità e impegno sociale molto presenti nella nostra diocesi. Trattasi, innanzitutto, dell'Anno di Volontariato Sociale, meglio conosciuto come AVS e giunto al suo decimo anno di età in questo 2018: è un progetto della Caritas diocesana per la promozione del volontariato tra i giovani che si propone di promuovere una cultura della solidarietà, della cittadinanza attiva e della legalità, e di orientare i giovani verso scelte più impegnative e continuative di servizio. Cinque punti costituiscono il cardine di questo progetto: servizio, formazione, promozione, vita comunitaria, campo lavoro.
Come passo successivo è stato effettuato un focus sul mondo giovanile attuale, del quale si è occupata la prof.ssa Serena Quarta, docente di sociologia presso l'Università di Lecce che collabora anche con la Caritas diocesana di Lecce "San Tommaso d'Aquino". Nella sua relazione intitolata "Declinare la condizione giovanile", la prof.ssa Quarta ha inizialmente posto l'attenzione sulla definizione di povertà, come essa è cambiata nel tempo e quali sono le povertà che riguardano i giovani: preferenza dell'apparenza alla sostanza, insensibilità al bene comune, aridità culturale, isolamento dalle relazioni amicali e dalla comunità ecclesiale, sociale e civile. Come ovviare al rischio di queste povertà? Attraverso il coraggio della ricerca, la capacità di relazionarsi, avere fede, operare in campo sociale, educativo e formativo. Contrariamente alla convinzione diffusa, come ha sottolineato la prof.ssa Quarta, i giovani oggi risultano essere meno individualisti e più altruisti: emerge infatti una propensione delle nuove generazioni a mettersi in gioco in prima persona a beneficio della società, a discapito dell'interesse individuale. Infine, politica e religione risiedono agli ultimi posti nella scala dei valori dei giovani.
Va sottolineato anche quanto la Caritas diocesana mostri attenzione al territorio e ai giovani che vi lavorano, promuovendo la loro attività. Eccone un esempio concreto: a ciascuno dei partecipanti al Convegno, infatti, è stato consegnato un piccolo boccaccio contenente miele di ciliegio prodotto dalla "Miele Panarelli & Co.", una neonata azienda in agro di Andria messa su da alcuni ragazzi (Mario e Marilena, laureati in filosofia, e Vincenzo, avvocato di professione) con sede in Contrada Poggio Tafuri. L'azienda in questione «pratica una agricoltura organica - dalle parole dei ragazzi che hanno dato vita all'attività - senza l'utilizzo di concimi chimici e pesticidi ispirata ai metodi della permacultura e della biodinamica. La superficie aziendale ammonta a circa quattro ettari principalmente dedicati alla coltivazione di ciliegi e olivi, integrata all'apicoltura e alla produzione di miele e cosmetici naturali da piante selvatiche».
«Fa bene dirci il bene che facciamo, - ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana don Mimmo Francavilla, che ha guidato le varie fasi del Convegno - ma dobbiamo anche imparare ad uscire da una visione ingessata della carità. "Una comunità al passo dei giovani": la Caritas è questa comunità, che non agisce per delega e non è il luogo del fare, in quanto dobbiamo innanzitutto essere. Questa comunità deve camminare in un'unica direzione con i giovani tenendo il loro passo, che può essere lento ma talora anche accelerato. E come ha evidenziato Papa Francesco, "I giovani desiderano essere parte attiva dei processi di cambiamento».
Tre parole chiave, come ha evidenziato don Mimmo, come fondamentale cornice di questo appuntamento diocesano: ritrovarsi, narrarsi, rinnovarsi, sulla scorta delle quali sono state presentate da alcuni giovani significative testimonianze di carità e impegno sociale molto presenti nella nostra diocesi. Trattasi, innanzitutto, dell'Anno di Volontariato Sociale, meglio conosciuto come AVS e giunto al suo decimo anno di età in questo 2018: è un progetto della Caritas diocesana per la promozione del volontariato tra i giovani che si propone di promuovere una cultura della solidarietà, della cittadinanza attiva e della legalità, e di orientare i giovani verso scelte più impegnative e continuative di servizio. Cinque punti costituiscono il cardine di questo progetto: servizio, formazione, promozione, vita comunitaria, campo lavoro.
Come passo successivo è stato effettuato un focus sul mondo giovanile attuale, del quale si è occupata la prof.ssa Serena Quarta, docente di sociologia presso l'Università di Lecce che collabora anche con la Caritas diocesana di Lecce "San Tommaso d'Aquino". Nella sua relazione intitolata "Declinare la condizione giovanile", la prof.ssa Quarta ha inizialmente posto l'attenzione sulla definizione di povertà, come essa è cambiata nel tempo e quali sono le povertà che riguardano i giovani: preferenza dell'apparenza alla sostanza, insensibilità al bene comune, aridità culturale, isolamento dalle relazioni amicali e dalla comunità ecclesiale, sociale e civile. Come ovviare al rischio di queste povertà? Attraverso il coraggio della ricerca, la capacità di relazionarsi, avere fede, operare in campo sociale, educativo e formativo. Contrariamente alla convinzione diffusa, come ha sottolineato la prof.ssa Quarta, i giovani oggi risultano essere meno individualisti e più altruisti: emerge infatti una propensione delle nuove generazioni a mettersi in gioco in prima persona a beneficio della società, a discapito dell'interesse individuale. Infine, politica e religione risiedono agli ultimi posti nella scala dei valori dei giovani.
Va sottolineato anche quanto la Caritas diocesana mostri attenzione al territorio e ai giovani che vi lavorano, promuovendo la loro attività. Eccone un esempio concreto: a ciascuno dei partecipanti al Convegno, infatti, è stato consegnato un piccolo boccaccio contenente miele di ciliegio prodotto dalla "Miele Panarelli & Co.", una neonata azienda in agro di Andria messa su da alcuni ragazzi (Mario e Marilena, laureati in filosofia, e Vincenzo, avvocato di professione) con sede in Contrada Poggio Tafuri. L'azienda in questione «pratica una agricoltura organica - dalle parole dei ragazzi che hanno dato vita all'attività - senza l'utilizzo di concimi chimici e pesticidi ispirata ai metodi della permacultura e della biodinamica. La superficie aziendale ammonta a circa quattro ettari principalmente dedicati alla coltivazione di ciliegi e olivi, integrata all'apicoltura e alla produzione di miele e cosmetici naturali da piante selvatiche».