Un Patto di Fraternità per la città di Andria
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
venerdì 7 febbraio 2020
Passato il periodo natalizio, s'intensificano le iniziative e gli incontri in vista delle elezioni amministrative nella nostra Città e di quelle Regionali. Mi sembra bello, e segno di speranza, aver colto in tante persone, l'esigenza di una campagna elettorale all'insegna del rispetto reciproco tra le varie forze politiche. Da tempo, infatti, si assiste ad un confronto rissoso, ad un linguaggio scadente di cui la gente è stanca, com'è stanca di certe promesse, stanca di spettacoli poco edificanti.
Che non accada più –come diceva un deputato– "che nelle discussioni politiche non solo si dimentichi Dio, ma anche l'uomo. Tutta la nostra democrazia, tutti i nostri problemi spesso sono formali, materiali, economici. L'uomo, che dovrebbe essere il fine di questo nostro agire, non si trova più". Positiva poi è la domanda con la quale spesso ci si chiede quale posto occupano in politica – in questo momento storico – valori profondi, umani, sociali e cristiani. Crediamo che si possa rispondere tranquillamente che la richiesta di rinnovamento e di partecipazione non può che essere accelerata dal lievito della fraternità.
La rapida trasformazione della società è un invito, soprattutto a coloro che in tali valori credono, a non isolarsi in un limbo spirituale, a non trincerarsi dietro rigide posizioni di difesa, ma ad uscire verso nuove frontiere, con un rinnovamento anzitutto all'interno, fra loro e con gli altri. E' questo il momento storico che offre la possibilità di inserire la "rivoluzione della fraternità nella rivoluzione dei tempi". Come ebbe ad affermare Chiara Lubich, di cui ricorre il centenario della nascita, «aprendo anche in politica le porte alla fraternità, si pone al primo posto il bene della propria Comunità, della Città, della Nazione, prima del bene del partito, del gruppo, della propria persona. La fraternità ha come orizzonte l'intera umanità: l'agire politico, nei più vari livelli e funzioni, assume come guida il paradigma della fraternità universale».
E' in queste considerazioni che ha radici il dialogo paziente e sofferto instaurato con i membri dell'intero Consiglio Comunale della passata legislatura perché si inserisse nello Statuto Comunale il riconoscimento del principio di fraternità come ispiratore dell'agire politico-amministrativo. Ed è nelle stesse considerazioni che il Centro Igino Giordani avanza la proposta ai responsabili di tutte le forze politiche di stipulare un vero e proprio "Patto di fraternità" per il bene della Città, impegnandosi ad evitare una campagna elettorale denigratoria e violenta, poggiando più sul positivo del proprio programma che sul negativo delle altrui proposte, criticando - ove occorra - l'operato delle precedenti Amministrazioni ma con correttezza ed equilibrio.
Non si tratta di un semplice atto di "buonismo retorico" o di ingenuità (ingenuus: libero, onesto, leale), né di azzerare le diverse identità politiche, ideali e culturali, ma di guardare con priorità al bene della Città, qualificando in modo costruttivo l'azione politica in favore della Comunità. Sarebbe bello che tale "Patto di Fraternità" fosse sottoscritto nella Sala Consiliare e trasmesso per televisione così da coinvolgere tutta la Città.
Che non accada più –come diceva un deputato– "che nelle discussioni politiche non solo si dimentichi Dio, ma anche l'uomo. Tutta la nostra democrazia, tutti i nostri problemi spesso sono formali, materiali, economici. L'uomo, che dovrebbe essere il fine di questo nostro agire, non si trova più". Positiva poi è la domanda con la quale spesso ci si chiede quale posto occupano in politica – in questo momento storico – valori profondi, umani, sociali e cristiani. Crediamo che si possa rispondere tranquillamente che la richiesta di rinnovamento e di partecipazione non può che essere accelerata dal lievito della fraternità.
La rapida trasformazione della società è un invito, soprattutto a coloro che in tali valori credono, a non isolarsi in un limbo spirituale, a non trincerarsi dietro rigide posizioni di difesa, ma ad uscire verso nuove frontiere, con un rinnovamento anzitutto all'interno, fra loro e con gli altri. E' questo il momento storico che offre la possibilità di inserire la "rivoluzione della fraternità nella rivoluzione dei tempi". Come ebbe ad affermare Chiara Lubich, di cui ricorre il centenario della nascita, «aprendo anche in politica le porte alla fraternità, si pone al primo posto il bene della propria Comunità, della Città, della Nazione, prima del bene del partito, del gruppo, della propria persona. La fraternità ha come orizzonte l'intera umanità: l'agire politico, nei più vari livelli e funzioni, assume come guida il paradigma della fraternità universale».
E' in queste considerazioni che ha radici il dialogo paziente e sofferto instaurato con i membri dell'intero Consiglio Comunale della passata legislatura perché si inserisse nello Statuto Comunale il riconoscimento del principio di fraternità come ispiratore dell'agire politico-amministrativo. Ed è nelle stesse considerazioni che il Centro Igino Giordani avanza la proposta ai responsabili di tutte le forze politiche di stipulare un vero e proprio "Patto di fraternità" per il bene della Città, impegnandosi ad evitare una campagna elettorale denigratoria e violenta, poggiando più sul positivo del proprio programma che sul negativo delle altrui proposte, criticando - ove occorra - l'operato delle precedenti Amministrazioni ma con correttezza ed equilibrio.
Non si tratta di un semplice atto di "buonismo retorico" o di ingenuità (ingenuus: libero, onesto, leale), né di azzerare le diverse identità politiche, ideali e culturali, ma di guardare con priorità al bene della Città, qualificando in modo costruttivo l'azione politica in favore della Comunità. Sarebbe bello che tale "Patto di Fraternità" fosse sottoscritto nella Sala Consiliare e trasmesso per televisione così da coinvolgere tutta la Città.