Ancora successi per “Tra sogno e realtà: per questo mi chiamo Giovanni”

Rappresentazione teatrale per gli studenti della scuola "Imbriani-Salvemini" a Gravina in Puglia

domenica 25 dicembre 2016 0.28
A cura di Riccardo Di Pietro
Lo scorso 17 dicembre, nell'accogliente teatro Sidion di Gravina di Puglia, è andata in scena la replica dello spettacolo musicale "Tra sogno e realtà: per questo mi chiamo Giovanni" dedicato al giudice Giovanni Falcone, presentato già lo scorso giugno ad Andria.

L'evento teatrale ha dato vita a un gemellaggio tra gli alunni dell'istituto comprensivo Imbriani–Salvemini di Andria e dal San Giovanni Bosco-Benedetto XIII di Gravina; progetto promosso dall'associazione nazionale "Sentieri della legalità" della dott.ssa Maria Grazia D'Ecclesiis e di Don Giambo, sacerdote attivamente coinvolto nella lotta alla mafia.
L'obiettivo era sensibilizzare i ragazzi al tema della legalità, cercando di far nascere in loro una capacità di giudizio maggiore rispetto a quella che abitualmente avrebbero; gli stessi, poi, si sono sentiti coinvolti in prima persona, e grazie a questo progetto si sono potuti esprimere.

Lo spettacolo portato in scena dagli alunni dell'I.C. "Imbriani-Salvemini", chiamato "Tra sogno e realtà: per questo mi chiamo Giovanni" (ispirato all'omonimo libro di L. Garlando) ha raccontato con immenso rispetto, genuina spontaneità e grande partecipazione la vita del magistrato Giovanni Falcone.
I ragazzi che hanno partecipato al progetto, in realtà sono degli ex alunni dell'I.C. Imbriani–Salvemini, dato che essi hanno lasciato il complesso scolastico lo scorso giugno, dopo aver completato il quinquennio di studi. Il coordinamento del team di tale progetto è stato affidato alla docente Dora Conversano e alle sue colleghe.
La fluidità narrativa, supportata dalla molteplicità dei linguaggi propri dell'età dei protagonisti, ha fatto leva su una scenografia essenziale atta a sostenere l'espressività dei contenuti e dei dialoghi.

Presenti in sala, tra gli altri, la dott.ssa D'Ecclesiis e Don Giovanni Umberto Mastronardi, sacerdote anticamorra, che ha concluso l'evento introducendo il canto mimato "Siamo comunità".
E mai, come in questo caso, è strano non trovare aggettivi per descrivere il modo in cui gli attori hanno monopolizzato l'attenzione del pubblico e riempito il palcoscenico di sentimenti ed emozioni uniche.