Pinqua ad Andria, Forza Italia e Movimento Pugliese all'attacco: «Crescenti interrogativi»

La nota a firma dei consiglieri comunali Fisfola, Fracchiolla, Marmo e Del Giudice

giovedì 10 luglio 2025 13.55
«Mentre l'estate andriese si accende di un calore implacabile, portando disagi ai cittadini, paradossalmente, solo i "famigerati" progetti PINQuA dell'Amministrazione Bruno sembrano godere di una provvidenziale "zona d'ombra". Un'ombra, tuttavia, non di sollievo, ma di crescenti interrogativi sulla loro gestione e trasparenza». Lo sostengono in nota i consiglieri comunali Luigi Del Giudice e Nino Marmo del Movimento pugliese, Marcello Fisfola e Donatella Fracchiolla di Forza Italia.
«Se da un lato il centrosinistra andriese, in un'aperta contraddizione con i pretestuosi proclami sullo "sviluppo della biodiversità" del suo Sindaco, ha deciso di riversare tonnellate di cemento in Città attraverso l'approvazione di progetti PNRR che prevedono la realizzazione di nuova edilizia residenziale, pubblica e sociale attorno alle stazioni ferroviarie cittadine – con buona pace di chi sognava la riqualificazione del centro storico, nuovi spazi verdi e sostenibilità vera –, dall'altro, inquietanti ombre hanno cominciato a distendersi sugli incarichi tecnici affidati dall'Amministrazione Bruno per la loro attuazione.
Non è solo una questione di visione urbanistica discutibile; il nodo cruciale risiede nella corretta applicazione dei principi di legalità e trasparenza negli affidamenti. Sembra, infatti, che l'Amministrazione non abbia pienamente rispettato quel principio fondamentale, scolpito nel diritto degli appalti, che mira a garantire la parità di condizioni e la lealtà della concorrenza.
È un concetto semplice, ma troppo spesso disatteso: chi progetta un'opera per il Comune non può essere automaticamente la stessa persona o impresa che poi si aggiudica i lavori di costruzione, o che ne prende una fetta tramite subappalto o cottimo. La ragione è lapalissiana: assicurare che tutti i partecipanti a una gara partano ad armi pari, senza che chi ha "conosciuto" il progetto dall'interno possa godere di vantaggi informativi sleali o, peggio, influenzare le scelte in suo favore. Questo è il cuore della prevenzione dei conflitti di interesse.
La legge, in tal senso, è cristallina e severa:
• Divieto di partecipazione per il Progettista: Se un professionista o un'azienda ha ricevuto l'incarico di progettare un'opera pubblica, gli è preclusa la possibilità di partecipare alla successiva gara per realizzarla.
• Divieto esteso a "parenti" e "collegati": Questo paletto si estende in modo rigoroso a tutte le imprese o professionisti che sono legati a chi ha elaborato il progetto. L'intento è palese: stroncare sul nascere ogni tentativo di aggirare le normative attraverso prestanome o società vicine, garantendo che il principio della "porta girevole" non trovi applicazione nel pubblico appalto.
• Divieto anche per dipendenti e collaboratori: La norma non lascia scampo, estendendo il divieto anche ai dipendenti del progettista, ai suoi collaboratori che hanno contribuito all'incarico, e persino ai dipendenti di questi ultimi. Un'estensione capillare che mira a "blindare" il sistema, proteggendolo da ogni possibile scappatoia che possa generare vantaggi sleali o opacità.
Di fronte a queste criticità, Forza Italia e Movimento Pugliese non intendono restare a guardare. Annunciano azioni puntuali e determinate, finalizzate a un controllo meticoloso degli affidamenti dei progetti PINQuA. L'obiettivo è garantire che i fondi pubblici, in particolare quelli del PNRR destinati a trasformare la nostra città, siano impiegati nel pieno rispetto della legalità, della lealtà concorrenziale e della trasparenza più assoluta, senza lasciare spazio a ombre, sospetti o, peggio, palesi favoritismi che possano minare la fiducia dei cittadini e compromettere l'integrità dell'azione amministrativa».