Imposte Tasi e Imu: Miscioscia: «I cittadini andriesi sono i meno tartassati del territorio»
La nota del consigliere comunale di Forza Italia
lunedì 14 marzo 2016
10.05
«L'unico vero incubo per i cittadini andriesi, non sono i provvedimenti adottati dall'amministrazione Giorgino ma i comunicati e le dichiarazioni allarmanti e fuorvianti di taluni coordinatori di associazioni ed avversari politici che in merito alla vicenda Tasi ed Imu, cosa a parte per la Tari, tendono, come loro solito, solo a disinformare più che informare - interviene duramente il consigliere di Forza Italia Benedetto Miscioscia.
Disinformazione che diventa preoccupante e grave, soprattutto quando si afferma che "i cittadini che hanno versato in base alle vecchie tariffe sono legittimati", lasciando intendere che chi ha correttamente versato con le nuove tariffe, regolarmente approvate dal Consiglio Comunale (l'unica al momento valida e legittima fino a sentenza), si dovrebbe ritenere non legittimato. Fermo restando che contrariamente a quanto si afferma nel comunicato dato alla stampa, i cittadini andriesi sono meno tartassati dei barlettani, baresi, ruvesi, molfettesi ed altri, e non ci vuole molto per scoprirlo andando a navigare su un qualsiasi motore di ricerca, ritengo che i nostri avversari vivono ormai con la sindrome da incubo, che, a quanto pare, l'incute l'Amministrazione Giorgino. Altro che "ci sono", la verità è che "ci fanno" o per lo meno ci provano, questa è la vera ragione. Loro tentano di screditare l'Amministrazione Giorgino con questi mezzucci, dimostrando di non avere argomenti concreti per contrastarla sul piano delle proposte, avallando, dunque, che l'azione amministrativa messa in campo fino ad oggi, come dimostrano i risultati fin qui raggiunti, è quella giusta. Allo stato, è bene precisarlo, non c'è incertezza in materia tributaria, piuttosto loro si devono assumere la grande responsabilità di ciò che affermano e di informare correttamente i cittadini con la precisazione che chi di loro non ha versato la Tasi e l'Imu stabilite ed approvate, ripeto, "legittimamente" dal Consiglio Comunale il 31/08/2015, secondo la legge dello Stato sono già incorsi nella sanzione per ritardato pagamento; sanzione che consiste oltre alla differenza non versata anche nelle maggiorazioni previste per legge. I cittadini che invece hanno pagato regolarmente dimostrando di essere collaborativi, in caso di accoglimento del ricorso del Ministero delle Finanze, potranno vedersi restituire la somma eccedente oppure compensarla. Pertanto ad oggi, l'unica vera delibera valida è, e rimane, quella approvata il 31 agosto 2015 dal Consiglio Comunale, a prescindere dal futuro pronunciamento, chissà quando, del TAR. In tutta questa vicenda, purtroppo, prevale solo malafede di taluni che, consapevolmente o inconsapevolmente, associano la Tasi e l'Imu alla Tari, tariffa, quest'ultima, che per le famiglie andriesi è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2014, se si esclude l'adeguamento dal 4 al 5% dell'addizionale Provinciale; tariffe invece che risultano diminuite per tutte le attività produttive, ma che i disinformatori si guardano bene dal dire o scrivere. Fa specie, poi, constatare il comportamento di qualche consigliere, il quale scrive in modo allarmistico che nella case dei cittadini andriesi e delle aziende "sono piombati all'improvviso gli avvisi di pagamento della TARI riferita all'anno 2015". Eppure lo stesso consigliere che, tra l'altro, ha votato favorevolmente la proposta di dilazione in quattro rate, compreso l'ultima con la scadenza al 15 marzo relativamente alla somma del 10%, queste cose le dovrebbe ricordare, non fosse altro anche per il suo ruolo di professionista in materia. Quanto alla preoccupazione manifestata per le file, si chiarisce che questa ipotesi si potrebbe verificare non per errori dell'ufficio, ma per il fatto che se un cittadino ha versato la rata oltre la data del 15 dicembre, non ha consentito al sistema di registrare il versamento in automatico. Pertanto ne è scaturito che il sistema nell'elaborare l'ultima rata del versamento, pari al 10% circa, ha conteggiato anche i versamenti effettuati in ritardo e, dunque, non registrati. E siccome il Comune di Andria non si comporta come Equitalia, visto che riscuote direttamente i tributi, ne consegue che i cittadini, possono recarsi presso gli uffici di via Bari con le ricevute di pagamento già effettuate, e farsi ricalcolare la rata esatta. Il tutto, chiaramente senza incorrere in sanzioni o maggiorazioni. E' bene anche precisare, che l'eventuale ricorso ad Equitalia, avviene solo dopo che gli uffici hanno inviato inutilmente almeno due avvisi di pagamento bonario al domicilio del cittadino senza avere riscontro. Dunque, i cittadini possono rimanere tranquilli piuttosto che farsi assalire dagli incubi, con un ultima precisazione che se l'avviso di pagamento, a causa di disguidi o ritardo, dovesse essere recapitato oltre il 15 marzo, potranno recarsi regolarmente a versare la somma dovuta, se priva di errori, senza dover incorrere in nessun tipo di sanzione. Questo è quanto anche per evitare che tutti i cittadini possano vivere con gli incubi inutilmente».
Disinformazione che diventa preoccupante e grave, soprattutto quando si afferma che "i cittadini che hanno versato in base alle vecchie tariffe sono legittimati", lasciando intendere che chi ha correttamente versato con le nuove tariffe, regolarmente approvate dal Consiglio Comunale (l'unica al momento valida e legittima fino a sentenza), si dovrebbe ritenere non legittimato. Fermo restando che contrariamente a quanto si afferma nel comunicato dato alla stampa, i cittadini andriesi sono meno tartassati dei barlettani, baresi, ruvesi, molfettesi ed altri, e non ci vuole molto per scoprirlo andando a navigare su un qualsiasi motore di ricerca, ritengo che i nostri avversari vivono ormai con la sindrome da incubo, che, a quanto pare, l'incute l'Amministrazione Giorgino. Altro che "ci sono", la verità è che "ci fanno" o per lo meno ci provano, questa è la vera ragione. Loro tentano di screditare l'Amministrazione Giorgino con questi mezzucci, dimostrando di non avere argomenti concreti per contrastarla sul piano delle proposte, avallando, dunque, che l'azione amministrativa messa in campo fino ad oggi, come dimostrano i risultati fin qui raggiunti, è quella giusta. Allo stato, è bene precisarlo, non c'è incertezza in materia tributaria, piuttosto loro si devono assumere la grande responsabilità di ciò che affermano e di informare correttamente i cittadini con la precisazione che chi di loro non ha versato la Tasi e l'Imu stabilite ed approvate, ripeto, "legittimamente" dal Consiglio Comunale il 31/08/2015, secondo la legge dello Stato sono già incorsi nella sanzione per ritardato pagamento; sanzione che consiste oltre alla differenza non versata anche nelle maggiorazioni previste per legge. I cittadini che invece hanno pagato regolarmente dimostrando di essere collaborativi, in caso di accoglimento del ricorso del Ministero delle Finanze, potranno vedersi restituire la somma eccedente oppure compensarla. Pertanto ad oggi, l'unica vera delibera valida è, e rimane, quella approvata il 31 agosto 2015 dal Consiglio Comunale, a prescindere dal futuro pronunciamento, chissà quando, del TAR. In tutta questa vicenda, purtroppo, prevale solo malafede di taluni che, consapevolmente o inconsapevolmente, associano la Tasi e l'Imu alla Tari, tariffa, quest'ultima, che per le famiglie andriesi è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2014, se si esclude l'adeguamento dal 4 al 5% dell'addizionale Provinciale; tariffe invece che risultano diminuite per tutte le attività produttive, ma che i disinformatori si guardano bene dal dire o scrivere. Fa specie, poi, constatare il comportamento di qualche consigliere, il quale scrive in modo allarmistico che nella case dei cittadini andriesi e delle aziende "sono piombati all'improvviso gli avvisi di pagamento della TARI riferita all'anno 2015". Eppure lo stesso consigliere che, tra l'altro, ha votato favorevolmente la proposta di dilazione in quattro rate, compreso l'ultima con la scadenza al 15 marzo relativamente alla somma del 10%, queste cose le dovrebbe ricordare, non fosse altro anche per il suo ruolo di professionista in materia. Quanto alla preoccupazione manifestata per le file, si chiarisce che questa ipotesi si potrebbe verificare non per errori dell'ufficio, ma per il fatto che se un cittadino ha versato la rata oltre la data del 15 dicembre, non ha consentito al sistema di registrare il versamento in automatico. Pertanto ne è scaturito che il sistema nell'elaborare l'ultima rata del versamento, pari al 10% circa, ha conteggiato anche i versamenti effettuati in ritardo e, dunque, non registrati. E siccome il Comune di Andria non si comporta come Equitalia, visto che riscuote direttamente i tributi, ne consegue che i cittadini, possono recarsi presso gli uffici di via Bari con le ricevute di pagamento già effettuate, e farsi ricalcolare la rata esatta. Il tutto, chiaramente senza incorrere in sanzioni o maggiorazioni. E' bene anche precisare, che l'eventuale ricorso ad Equitalia, avviene solo dopo che gli uffici hanno inviato inutilmente almeno due avvisi di pagamento bonario al domicilio del cittadino senza avere riscontro. Dunque, i cittadini possono rimanere tranquilli piuttosto che farsi assalire dagli incubi, con un ultima precisazione che se l'avviso di pagamento, a causa di disguidi o ritardo, dovesse essere recapitato oltre il 15 marzo, potranno recarsi regolarmente a versare la somma dovuta, se priva di errori, senza dover incorrere in nessun tipo di sanzione. Questo è quanto anche per evitare che tutti i cittadini possano vivere con gli incubi inutilmente».