Festival della Disperazione: da Andria vola a Milano e a Torino

A 8 anni dalla sua prima edizione, lascia, almeno temporaneamente, la città fidelis

mercoledì 20 marzo 2024 3.10
Doppio importante traguardo per il Festival della Disperazione che, a 8 anni dalla sua prima edizione, lascia, almeno temporaneamente, la città di Andria.

In primo luogo, dal Dal 22 al 24 marzo il Festival sarà ospite di Fa' la cosa giusta! a Milano con una propria proposta tematica all'interno del programma culturale dell'evento. La fiera, che quest'anno compie vent'anni, è nata da un progetto della casa editrice Terre di mezzo , che a sua volta compie trent'anni,e ha la finalità di far conoscere e diffondere sul territorio nazionale le "buone pratiche" di consumo e produzione e di valorizzare le specificità e le eccellenze, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.
"Rendere visibile l'essenziale" è la linea tematica scelta per l'edizione di quest'anno all'interno della quale si inseriscono gli appuntamenti del Festival della Disperazione.

Per ritrovare chiarezza e fiducia Fa' la cosa giusta! E il Festival della Disperazione ripartono dall'essenziale: le relazioni che ci legano al passato e al futuro, il legame che intreccia la nostra esperienza di vita con i luoghi in cui abitiamo. Ciò che si nasconde sotto il pelo dell'acqua e che abbiamo bisogno di interiorizzare per scuoterci dall'immobilismo e agire.
Dell'iceberg Fa' la cosa giusta! E il Festival della Disperazione narrano proprio la parte sommersa: le scelte, i valori, gli interessi che ci guidano, ci legano, e qualche volta ci affondano. Se alleniamo lo sguardo a vederli ci rendiamo conto di essere in tanti e che la possibilità, l'opportunità e la perseveranza possono superare la paura, l'impotenza e la frustrazione. L'essenziale è una terra di tutti in cui crescono le speranze. Per noi, per gli altri e per l'ambiente.
Saranno tre gli appuntamenti di questa prima edizione lombarda del Festival della Disperazione che vedrà alternarsi nei tre giorni del programma culturale ospiti del calibro di Giuseppe Civati, Francesca Coin e Saverio Raimondo.

Infine, per il secondo anno consecutivo, il Festival della Disperazione è stato selezionato dal progetto Luci sui Festival del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Il progetto, alla seconda edizione, è dedicato ai festival letterari piccoli, medi e grandi di tutta Italia. L'obiettivo è quello di mettere in connessione e dare visibilità a eventi culturali che ogni anno su tutto il nostro territorio danno vita a momenti in cui lettori e lettrici, autori e autrici hanno la possibilità di ritrovarsi e di arricchirsi. Il Salone del Libro accende i riflettori su tutti i festival che, da Nord a Sud e nelle Isole, in provincia, in città, al mare e in montagna, illuminano con la letteratura il nostro Paese e tra questi, con molto orgoglio, c'è il Festival della Disperazione.

Grande soddisfazione traspare dalle parole degli organizzatori: "Siamo molto felici per i risultati che il Festival della Disperazione ha fin qui ottenuto e siamo particolarmente orgogliosi che sia stato chiamato a far parte di una manifestazione così importante e storica come Fa' la costa giusta!. Dopo otto anni di lavoro e sette edizioni all'attivo, nonostante le incredibili e costanti difficoltà produttive, il Festival della Disperazione è entrato stabilmente nel panorama dei Festival nazionali e queste nuove collaborazioni, pur lontane dal luogo di origine, non possono che confermare la bontà del percorso e delle scelte operate. C'è ancora tantissimo da fare per crescere e migliorare ma questi piccoli-grandi riconoscimenti ripagano dei tanti sacrifici fatti. Anche il riconoscimento del Salone del Libro di Torino rappresenta un'attestazione più importante di qualunque altro risultato. Per il Festival della Disperazione è un risultato, appunto, insperato.
In ogni caso Andria sarà sempre legata al Festival e al suo spirito, sempre in bilico tra il serio e il faceto. Il merito di tutto questo, è solo ed esclusivamente del pubblico che in questi anni, lunghi e difficili, non ha mai abbandonato il Festival e lo ha aiutato a crescere. Il merito è tutto loro e certamente il Festival non potrà abbandonarli.
Ora ci immergiamo in questa nuova avventura sperando (sigh!) di non fare troppe brutte figure".