Covid-19: un appello all’unità e alla responsabilità

Riflessioni di Mariagrazia Sgaramella, studentessa del liceo "Carlo Troya" di Andria

mercoledì 11 marzo 2020
In questi giorni stiamo assistendo all'evolversi dell'epidemia di Coronavirus, che sta mettendo in ginocchio ed obbligando miliardi di persone a modificare le proprie abitudini. Infatti, quando tutto questo sarà finito, i rapporti umani necessiteranno di una ricucitura. Dovremo riprendere a vivere, nonché tornare ad una normalità, oggi fortemente mutata. Si è nel pieno del contagio? Non lo si può sapere. Ciò che si può sapere e che la scienza ci suggerisce è di adottare dei comportamenti consoni, che salvaguardino la nostra salute e la salute degli altri.

La chiusura delle scuole e delle università, nonché vacanza forzata per milioni di studenti, la circoscrizione del nostro Paese in "area di contenimento rafforzato", i conseguenti bollettini quotidianamente aggiornati, veri e propri scenari di guerra con negozi vuoti o scaffali svuotati per il panico o la psicosi dilagante, l'obbligo di restare a casa, di non avere contatti con gli altri, di non frequentare zone affollate e di mantenere una distanza di almeno un metro stanno letteralmente paralizzando lo Stato italiano. Una vera e propria privazione della libertà: è, infatti, proprio in casi come questi che ci si rende conto dell'importanza di ciò che abbiamo e che talvolta sottovalutiamo e diamo per scontato, come la libertà. Jovanotti ha cantato: "…Tempi difficili, a volte tragici, bisogna crederci e non arrendersi. Viva la libertà…"(Viva la libertà- Jovanotti)

È quindi fondamentale attenersi ai suggerimenti degli esperti per contenere e far durare il meno possibile la diffusione di questo male misterioso e sconosciuto (ad oggi), il Coronavirus. Considerato che i tempi della formazione di un vaccino che possa combattere questo parassita siano molto lunghi, un appello giunge ad ognuno di noi, alle nostre coscienze per evitare il peggio. Un piccolo sacrifico per un grande risultato. In questo modo si eviterà il sovraffollamento degli ospedali e la conseguente crisi del sistema sanitario, già fortemente stressato e posto ai limiti del possibile con personale disponibile h24.

Un altro appello: alla collaborazione, soprattutto nella diffusione di fake news che non fa altro che peggiorare ed inasprire ulteriormente la situazione, già di per sé difficile. In un momento di emergenza nazionale facciamo sentire la nostra unità da nord a sud, perché come ha detto il virologo Roberto Burioni: "Se c'è una cosa che ci ha insegnato tutta questa storia è che le frontiere non esistono, siamo tutti sulla stessa barca." Non sappiamo quanto durerà, non sappiamo fino dove potrà spingersi, ma sappiamo che tutto dipende da noi, dalla nostra responsabilità. Un pensiero ai malati e un immenso grazie al personale sanitario che si sta prendendo cura di loro.

Il motto ormai diventato virale questi giorni "Rialzati, Italia" diventi il nostro ideale, il nostro modo di affrontare questa realtà indubbiamente dura e faticosa, ma allo stesso tempo un'opportunità per riscoprire il valore di ciò di cui disponiamo. Viva l'Italia, sempre e comunque!