Operazione anti-caporalato, Patruno: «spaccato sociale molto complesso»

L’omertà dei lavoratori per qualche euro da portare a casa

giovedì 23 febbraio 2017 14.51
A cura di Sara Suriano
Continua l'eco delle vicende della scorsa notte, durante la quale la compagnia della Guardia di Finanza di Trani ed il commissariato della Polizia di Stato di Andria hanno arrestato sei persone, nell'ambito delle indagini seguite alla morte della bracciante agricola Paola Clemente, avvenuto nelle campagne di Andria il 13 luglio 2015.

«Ci siamo imbattuti in un tipo di investigazione completamente diversa dal solito, che ha richiesto un notevole dispendio di forze», afferma Gianpaolo Patruno, dirigente del Commissariato di Andria. Infatti, a fronte dell'usuale attività tecnica effettuata, il Commissariato ha dovuto analizzare in maniera approfondita anche una serie innumerevole di carte, agendine, calendari e operare un riscontro con i pagamenti effettuati.

Un'operazione non semplice in considerazione del complesso tessuto sociale che ci si apprestava a portare alla luce e dei meccanismi viziosi che si tentava di scardinare: «Siamo entrati in una realtà di fatta di situazioni familiari monoreddito – continua Patruno - che hanno come unica fonte di sostentamento il pagamento della prestazione d'opera e pertanto sono disposte ad accettare retribuzioni minime».
L'interrogatorio è stato complesso anche dal punto di vista umano e dell'approccio ai braccianti che vedevano i caporali come benefattori e fonte di reddito e pertanto dimostravano delle remore nell'aprirsi agli investigatori.

Se per il Commissariato il filone di indagine giunge a conclusione, le indagini per far luce sulla morte di Paola Clemente proseguono nelle mani del dottor Pesce.