“Attendere, prego…”: domenica 1° dicembre inizia il Tempo di Avvento 2019

Messaggio di don Ettore Lestingi, parroco della chiesa Madonna della Grazia, alla comunità parrocchiale

venerdì 29 novembre 2019
"Attendere, prego…". E' il messaggio che molte volte ascoltiamo quando, chiamando una persona amica, non riuscendo a metterci in contatto, ci vien detto: … "il telefono della persona potrebbe essere spento o irraggiungibile". Questo messaggio a volte ci infastidisce perché abbiamo urgente bisogno del contatto per comunicare, presentare una esigenza, formulare una richiesta o per annunciare una bella notizia.

E' da millenni che Dio cerca di mettersi in contatto con noi e, di Avvento in Avvento con mezzi di comunicazione antichi e sempre nuovi, vuole contattarci per annunciare che Cristo è alle porte e con Lui la speranza viene ad abitare la nostra terra. Ma ancora oggi alla sua chiamata si sente rispondere: "Attendere, prego …" Forse perché il nostro cuore è spento di speranza? O perché non vogliamo essere raggiunti dal suo amore! Ma Dio non si stanca di attendere: insiste e, come l'amico importuno o la vedova del Vangelo, continua a bussare, sapendo Lui per prima "che chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto". L'Avvento dunque è il tempo in cui Dio ci chiama con insistenza per annunciarci cieli nuovi e terre nuove. Non temiamo di rispondere a Lui.

Ma attendere è la natura stessa dell'essere umano perché, per quanto sia già costituito, ha sempre davanti a sé un futuro, da desiderare, da cercare e da costruire. Proprio perché l'uomo è in divenire è sempre una attesa da compere! Ma in definitiva l'uomo cosa cerca? Felicità, benessere, salute, prosperità, lavoro, dignità, accoglienza, tolleranza … E non c'è nessun sistema che, per quanto possa sforzarsi, riuscirà mai a dare all'uomo pienezza di vita.

Allora è giusto attendere qualcosa o è più umano attendere Qualcuno? Ecco la risposta che, come Chiesa, umilmente sussurriamo all'uomo che cerca, desidera, fatica, si affanna e attende: "Attendete la visita di Cristo". Egli viene per darci abbondanza di vita, che supera il limite spazio-temporale dell'esistenza umana. Con Lui tutto inizia e in Lui niente avrà fine!.

Ma ad attendere si impara, non si improvvisa la capacità di attendere. Come? "Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli' (Ebrei 13, 2). L'accoglienza dell'altro, conosciuto o sconosciuto che sia, reca in sé grandi sorprese. Non dimentichiamo che Cristo viene sempre incontro a noi come "ospite velato". Perciò, in questo Tempo di Avvento ascoltiamo e, senza esitare, mettiamo in pratica ciò che un'antica regola monastica prescrive: "Praticate l'ospitalità in ogni circostanza. E non distogliete gli occhi così da lasciare il povero a mani vuote, perché non avvenga che il Signore venga a te nell'ospite o nel povero, ti veda esitante e tu sia condannato. Mostrati, invece, gioioso con tutti, e agisci con fedeltà'. E… mentre attendete la venuta del Signore: avete occhi, guardate il povero; avete orecchie, ascoltate il suo lamento; avete bocca, parlategli; avete mani, servitelo, tendetegliele, aiutatelo a elevare la sua anima; avete piedi, andate a casa sua; avete cuore, amatelo, e che egli lo veda".

Penso che questo sia un bel modo non solo di vivere l'Avvento ma soprattutto per lasciarci sorprendere da Dio che ci viene incontro in modi, tempi e volti non pensati e quindi inaspettati!

Attendere, prego!

A te, Mamma, che la gioia dell'annuncio dell'arrivo di un figlio, dopo un esame clinico, si è trasformata in dramma e tristezza, e l'unica cosa che pensi di poter fare per evitare una vita da calvario al nascituro e sofferenze e disagi a te è interrompere la gravidanza, Dio ti chiede: Attendere, prego!

A Te, Bambino, che l'incapacità di curarti dei tuoi genitori, o la fame e la guerra, ti ha costretto a lasciare casa o patria e vivere in una Casa Famiglia, dove hai tutto, ma niente colma il tuo bisogno di affetto, e stai tutte le notti a guardare il cielo, sperando che arrivi l'ora del ritorno a casa, Dio ti chiede: Attendere, prego!

A Te, Giovane, in cerca della tua realizzazione, stordito da promesse e stanco di pacche sulle spalle ti accorgi che il tuo futuro ha già il sapore amaro della nostalgia del passato, nei momenti di grande disperazione e di sfiducia, Dio ti chiede: Attendere, prego!

A Te, Uomo separato, ma sempre padre dei tuoi figli, che per legge devi abbandonare casa e cercare rifugi di accoglienza, piangi lacrime amare per le ferite del tuo cuore, Dio ti chiede: Attendere, prego!

A Te, anziano, ammalato, carcerato, che vivi il freddo della solitudine, causato dall'abbandono e dal pregiudizio, e ogni giorno vivi desiderando un incontro, una carezza, Dio ti chiede: Attendere, prego!

A Dio che ti chiede: Attendere, prego! Tu rispondigli: Fino a quando, Signore? E Lui ti dirà: "La notte è avanzata e il giorno è vicino".