Solitudine disagio
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Cronaca

Storia di "Luchino": restano solo click, disinformazione e disagio

Passato il clamore mediatico l'analisi della vicenda tra moralità e decadimento

Cosa resta dopo il clamore dei media nazionali e locali? Assolutamente nulla. Resta la consapevolezza che esiste un uomo nella città di Andria, l'ormai famoso Luca di 50 anni conosciuto come "Luchino" che ha bisogno di aiuto e che non è disabile ma combatte sicuramente con alcuni "fantasmi" che nella sua testa aleggiano da troppi e tanti anni. Della storia di "Luchino" restano solo i click che si sono spesi, le parole usate molto spesso a sproposito, il disagio nell'affrontare un tema che è molto più ampio di quello che si vuol far credere. Luca era un banchiere, come ci racconta lui incontrato per strada come quasi tutte le sere, Luca ha «insegnato il mestiere a tanti laureati» rivendica con orgoglio, Luca non avrebbe mai immaginato di finire alla "Vita in Diretta".

I fatti dicono che quella foto che ha creato scalpore assieme a titoloni di ogni genere è di circa tre mesi fa, è stata postata da qualche buontempone sul social network facebook ed è semplicemente una delle tante pubblicate con le bravate fatte ai danni di Luca. Non solo foto ma anche video che da più di un anno vengono rilanciati giorno dopo giorno su molti cellulari attraverso una condivisione istantanea che "inorgoglisce" e provoca "risate" nei più. Ed infatti dopo sette ore di interrogatorio con gli agenti del Commissariato di Andria, come ci racconta lui stesso, ha raccontato dei tanti episodi capitati ed ha formalmente presentato denuncia all'autorità competente. Ora le indagini proseguono e si sarebbero già individuate alcune responsabilità grazie a videocamere di sorveglianza. Sembrerebbe, dalle prime ricostruzioni, che il gruppo che ha utilizzato lo scotch per legarlo ad un albero sia lo stesso gruppo che ha più volte fatto atti lesivi della dignità di Luca semplicemente per divertimento, semplicemente perchè, tra il nulla cosmico, hanno deciso di farsi qualche risata per poi pavoneggiarsi sulla rete.

Noi abbiamo deciso di stare in silenzio non perchè la vicenda non fosse grave, ma perchè "Luchino" è stato assaltato anche nella sua privacy ed intimità, sbattuto in prima pagina dovunque con foto e grave violazione di norme minime da non oltrepassare. Luca è una persona consapevole e giudicata tale anche dalle autorità competenti, una persona che ha patologie naturali dovute all'alcolismo e che, nonostante la terapia del SERT il servizio specifico dell'Asl BT, rifiuta di seguire particolari cure. Ora dopo il clamore mediatico che cosa resta? Assolutamente nulla. Ieri sera lo abbiamo incontrato in giro, come spesso accade passeggiando tra le vie del centro cittadino di Andria, in tanti ne sono stati indifferenti, altri gli hanno chiesto se avesse bisogno di qualcosa o se volesse mangiare qualcosa, come è sempre accaduto sin da quando è entrato in questo terribile tunnel. Semplicemente la stragrande maggioranza, per non dire la totalità, dei cittadini andriesi hanno aiutato Luca come è giusto fare, dandogli qualche minuto di compagnia e chiedendogli di cosa avesse bisogno, sicuramente non di soldi per acquistare altro alcool. Resta la consapevolezza che piccoli gruppi, invece, intendono le problematiche di Luca come un diletto per passare qualche minuto di "celebrità" da imbecilli e si spera che ne passino le conseguenze che meritano ma tutto il clamore mediatico è servito solo a creare grande confusione e disinformazione e delle immagini dell'albero o delle inchieste frettolose o delle foto sbattute in prima pagina, crediamo fermamente, che Luca non ne avesse bisogno.
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