Operazione "Four Minutes", Scimè: «I furti nascono dalla richiesta»

L'operazione dei Carabinieri di Andria, chiamata "Four Minutes", ha decapitato una banda composta essenzialmente da andriesi e due cerignolani, dedita al furto di autovetture ed alla ricettazione in tutto il territorio che da Foggia va a Bari. Secondo i numeri impressionanti forniti dagli inquirenti, sono stati commessi non meno di 90 furti di autovetture in tre mesi da questa banda che si muoveva con estrema rapidità e spregiudicatezza. Il Capitano Marcello Savastano, Comandante della Compagna Carabinieri di Andria, ha ricordato come in gran parte delle denunce sono state evidenziate anche le vessazioni psicologiche come, per esempio, è stato riportato nell'intercettazione ambientale fornita dalle stesse forze dell'ordine. Davanti ad una Opel Insigna, che era divenuta il possibile bottino, la banda non si è fermata ed ha semplicemente chiesto al proprietario dell'auto di farsi da parte perchè quella vettura doveva entrare in loro possesso.

Insomma una pericolosa spirale criminosa che, tuttavia, parte da un assunto più volte ribadito con particolare forza dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani, Dott. Luigi Scimè, durante la conferenza stampa di presentazione dell'operazione "Four Minutes": «E' francamente la domanda che fa l'offerta». Se non c'è richiesta di pezzi di ricambio a poco prezzo, per esempio, non ci sarebbe la necessità di effettuare furti di autovetture. «Il problema di fondo sono coloro che acquistano - ha detto lo stesso Scimè - uno va nell'autodemolizione e compra il classico motore che costa, sul mercato, 3mila euro e lo paga 300. Poi non si pone mai il problema di chiedersi da dove viene. Una vettura rottamata non ha un motore nuovo di un macchina di lusso che costa un decimo di quella reale. Poi è difficile che ci si possa lamentare di un aumento di furti di auto, quando ogni qualvolta si rompe qualche pezzo della vettura si va da uno scasso con un prezzo che non può essere vero».