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Vita di città

Il coraggio giovanile di mettersi in gioco, Giovanni Gazzillo

Il giovane andriese, alias Khuan, è un dj membro della label SK Recordings

L'estate 2015 ha fatto registrare un altro boom di presenze sulle spiagge pugliesi, con picchi di soggiorni nella provincia di Lecce, dove sono state accolte più di un milione di persone. In modo particolare è risultato esorbitante l'afflusso di giovani nella città regina delle vacanze salentine, Gallipoli, da qualche anno rinominata Rimini del Sud per i numerosi locali notturni che animano le serate della movida ionica. Nell'ultimo decennio le discoteche gallipoline hanno vantato le presenze di importanti dj internazionali del calibro di Sven Vath, Paul Kalkbrenner, Bob Sinclair, Carl Cox, David Guetta ed Hardwell, l'artista olandese che ha suonato al Parco Gondar nella notte del 15 agosto scorso. Oltre ai mostri sacri della musica elettronica mondiale, nei locali del Salento si esibiscono diversi producers emergenti, tra i quali bisogna annoverare l'andriese Khuan, alias di Giovanni Gazzillo. «L'esperienza al Parco Gondar - ci racconta il dj - è stata memorabile, perché ho avuto la possibilità di aprire l'esibizione di una grande artista come Dasha Rush. Non è mai facile riscaldare il pubblico senza scaricarlo, quindi è stato un compito arduo ma meraviglioso. Bisogna precisare che ho avuto la possibilità di divertirmi anche in altri contesti musicali pugliesi, che sono dislocati dalla provincia di Foggia al territorio tarantino. E' bello notare che il movimento techno nostrano stia crescendo in maniera esponenziale ed ha ormai poco da invidiare alle grandi realtà mondane del centro-nord. I nostri locali possono ospitare migliaia di persone e sempre più spesso risultano gremiti. Questo è un fattore positivo e ci stimola a lavorare con un entusiasmo dirompente».

Fanno ancora discutere le notizie di cronaca che hanno coinvolto noti locali notturni italiani, come il Cocoricò di Riccione o il Guendalina di Santa Cesarea Terme, dove due ragazzi hanno perso la vita nella scorsa estate. Il dato più sconvolgente è che questi fenomeni non risultano essere isolati. Non di rado, infatti, nelle coloratissime e vivaci sale da ballo del Belpaese vengono smascherate situazioni drammatiche ed oscure, caratterizzate dall'abuso di alcool e dal traffico clandestino di pasticche letali. «Sarebbe ipocrita - ci racconta Giovanni - negare l'esistenza di situazioni spiacevoli nelle discoteche, ma non è giusto collegarle direttamente al mondo della musica elettronica. Non mi risulta che ai concerti pop e rock si entri con bottiglie di acqua liscia. Io sono felice quando vedo centinaia di ragazzi scatenarsi davanti ad un mio dj-set e, allo stesso tempo, rimango deluso quando mi rendo conto che il divertimento passa in secondo piano e lascia spazio agli eccessi incontrollati. Il mondo techno non deve essere eternamente ricondotto a queste situazioni, perché sono vicende che lasciano l'amaro in bocca anche a noi addetti ai lavori. Dj non è il sinonimo di tossicodipendente».

Attualmente Khuan è un membro di SK Recording, la label del dj barese Skizzo. Il 31 gennaio 2014 Gazzillo ha rilasciato, in collaborazione con Biemsix, il suo primo Ep, Club Life. Nel 2015 ha lavorato ad un remix di Immersion nell'Lp Make It Real, con Lio Mass, Skizzo, Marco Bruno e Rapha. L'ultima sua release, invece, è uscita sulla label portoghese 7teen, alla quale ha rilasciato ACR, un nuovo Ep di tre original mix. «L'interesse per il suono - ci spiega il producer andriese - mi accompagna sin da ragazzino, considerato che mio padre, mio zio e mio nonno sono dei grandi appassionati di musica. La mia esperienza è iniziata con il rock, il soul ed il pop, fino a quando non ho deciso di dilettarmi con l'elettronica. Grazie alla nostra label sto avendo la possibilità di crescere di giorno in giorno e spero di potermi togliere sempre più soddisfazioni. Suonare mi fa sentire vivo, nonostante si debbano passare fuori di casa numerosi week-end e sia necessario sacrificare gran parte del proprio tempo libero».

Non mancano i critici musicali che continuano a snobbare la musica techno, considerandola un monotono "tumtum" senza melodia, in cui spesso il rumore prende il sopravvento sulle note. «Purtroppo - ha concluso Khuan - esiste anche questo falso mito. La musica elettronica è molto variegata e, per dare vita a dei prodotti di qualità, le parole chiavi devono essere ricerca e studio. Ai giorni nostri sono vincenti le collaborazioni dei cantanti pop o rock con i dj, ed in questo modo si dimostra che è possibile accostare un pezzo techno ad un brano "normale", anzi, i risultati possono risultare addirittura di alta qualità. Il nostro non è un tumtum, bensì un modo alternativo di amare la musica».
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