Celebrato il 10° anniversario del consultorio familiare diocesano

Dieci anni di servizio alla persona e alla famiglia. E' stato questo lo slogan che ha fatto da cornice alla celebrazione del 10° anniversario di fondazione del consultorio familiare diocesano Voglio vivere. Ospiti speciali dell'evento, tenutosi presso la Casa di Spiritualità Giovanni Paolo II in via Bottego, sono stati il vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, il consulente etico e socio fondatore del consultorio don Peppino Buonomo, l'avvocato Tortora sempre tra i fondatori e l'assistente sociale Teresa Lomonte assieme a due esperte di psicologia.
Nel suo discorso introduttivo, don Peppino ha presentato il consultorio come "una realtà che affianca la pastorale ordinaria e che manifesta in modo concreto le opere di misericordia corporali e spirituali; è un modo di vivere il Vangelo stando vicino alle persone in difficoltà, dando loro una parola di conforto e un aiuto psicologico". Dopo un breve momento di preghiera, l'avvocato Tortora ha tracciato un piccolo excursus sulla storia del consultorio, realtà che ha piantato le radici il 6 settembre 2006 quando un gruppo di amici (tra cui don Peppino e l'avvocato Tortora) si sono recati presso lo studio del notaio Sabino Zinni per costituire questo Ente SAnitario Sociale (ESAS). Una volta presentata questa proposta al vescovo mons. Raffaele Calabro, lo stesso si mostrò profondamente entusiasta, sostenendo integralmente i costi per la ristrutturazione dell'odierna sede di via Bottego, inaugurata nell'aprile 2008; prima di quella data, la sede provvisoria era sita presso i locali dell'Oasi San Francesco. La finalità precipua che ha guidato i fondatori a dar vita al consultorio è stata la volontà di scoprire e aiutare l'uomo in quanto tale e come membro di una comunità, la famiglia, avendo come solida base la parabola del buon samaritano. L'avvocato ha inoltre specificato che la celebrazione del decimo anniversario non è una maniera di autoesaltazione, ma un modo per rilanciare ulteriormente questo servizio a favore della chiesa diocesana.
Nel corso dell'incontro sono state presentate nello specifico le modalità di sostegno alla persona di cui il consultorio si fa carico: assistenza psicologica e sociale, preparazione alla maternità e paternità responsabile, supporto e mediazione alle problematiche coniugali, progetti socio-educativi nelle scuole per docenti e genitori, corsi prematrimoniali nelle parrocchie. In seguito si è trattato di alcune delicate tematiche con le quali i volontari del consultorio hanno a che fare. A titolo di esempio, secondo una constatazione effettuata nel triennio 2006/2009 e ripetuta nel triennio 2013/2016, si è evidenziato un deciso aumento di problematiche quali il sostegno alla genitorialità, problemi familiari e di natura relazionale e sessuale, disturbi d'ansia e alimentari, comportamenti antisociali, problemi cognitivi; si è registrata anche la comparsa di nuovi fenomeni quali il bullismo e l'accettazione della malattia, mentre invece si è notata una decrescita di problematiche come quelle ginecologiche e i disturbi d'umore, assieme a una certa stabilità per quanto concerne i disturbi psicosomatici.
In questi dieci anni di intensa attività, il consultorio ha accolto all'incirca 900 richieste di bisogno tra singoli, coppie, genitori e nuclei familiari. Inoltre è attualmente in stretto contatto con il Centro di Salute Mentale e in particolar modo con il progetto L'isola che non c'è, rivolto soprattutto ai giovani tra i 18 e 20 anni che manifestano il primo episodio psicotico.