Disabile21
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Esistono cittadini di serie A e di serie B: noi disabili siamo di serie C

La disperata ricerca di lavoro di un giovane talentuoso barlettano

La lettera arrivata in Redazione a firma di Vincenzo Venturini svela l'inadeguatezza e l'ignoranza che troppo spesso si manifesta nella comunità a cui apparteniamo. Comunità che in molti casi si dimostra incapace di integrare al suo interno i portatori di disabilità. Ancora oggi le discriminazioni e le ingiustizie sofferte dai disabili sono tante, sono troppe, sono inaccettabili. «Scrivo questa lettera per esternare pubblicamente quello che è il disagio che vive ogni disabile"» spiega Enzo, giovane barlettano di 22 anni, la cui forma di disabilità lo ha portato per «ben 18 anni a girare ospedali di tutta Italia» per affrontare la sua malattia e curarsi. Eppure, nonostante questo calvario, Vincenzo tre anni fa, con impegno e dedizione, ha conseguito il diploma di perito industriale presso l'Itis "Enrico Fermi". Quindi ha «subito provveduto ad iscrivermi all'interno delle categorie protette del locale ufficio di collocamento», come spiega lui stesso. Poi «ho svolto e svolgo anche servizi di volontariato da diversi anni, e da circa due sono iscritto presso l'associazione "Operatori Barletta Soccorso" in via L. Cadorna 30».

L'iscrizione nelle liste riservate ai portatori di disabilità, con tanto di diploma, rappresentava per Vincenzo la sicurezza che un giorno o l'altro sarebbe riuscito a trovare un'occupazione. «Ad oggi però, - continua Vincenzo nella sua lettera - sono ancora senza lavoro, nonostante ci siano diverse richieste di personale iscritto alle suddette categorie. Io, come tanti altri amici disabili, voglio cogliere questa opportunità per manifestare il mio grande rammarico per questa grande disparità di trattamento che vi è nei nostro confronti». In ambito lavorativo Vincenzo si è dovuto scontrare non solo con il menefreghismo di alcuni imprenditori locali, ma anche con in loro atteggiamento discriminatorio. Come racconta lui stesso, «entrare in una azienda, chiedere umilmente un lavoro, avere i requisti per farlo, ma essere rifiutati solo perché si è disabili, ti straccia il cuore, ti fa dire che veramente esistono cittadini di serie A e di serie B ma anche di serie C, come noi». Queste la spiegazione dei fatti nella sua lettera.

Poi Vincenzo ha aggiunto qualcosa in più circa le sue brutte esperienze in campo lavorativo in un'intervista rilasciata qualche giorno fa nella quale ha spiegato che ci sono imprenditori, che seppur obbligati per legge ad assumere disabili, si rifiutano di farlo. A questo si aggiunge un altro problema, denunciato sempre nel corso dell'intervista, ovvero il fatto che dopo 4 anni di iscrizione nelle liste del Centro per l'Impiego, la sua posizione in graduatoria sia rimasta invariata. Il quadro è desolante, perché da una parte c'è il disinteresse delle imprese, e dall'altra l'impotenza del servizio pubblico, nonché il mancato funzionamento degli strumenti che dovrebbero garantire pari opportunità ai portatori di disabilità. A questo si aggiunge l'ignoranza, la maleducazione e la stupidità di alcuni suoi concittadini. Tutte cose che purtroppo Vincenzo vive sulla sua pelle, come spiega al termine della sua lettera. «Noi disabili, - dice - non siamo inferiori, siamo uguali a tutti e diversi da nessuno. Il mio sfogo è rivolto a tutti quei ragazzi che non ci accettano, che ci insultano per strada, non capendo – aggiunge Enzo - il nostro disagio, non capendo che siamo esseri umani come loro».
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